Cancro: a fare il clamoroso annuncio è lo chief medical officer di Moderna che ha rilasciato un’intervista al Guardian e, stando alla sua affermazione, in appena cinque anni l’azienda sarà in grado di offrire vaccini a mRna per molti tipi di tumore, malattie cardiache, autoimmuni, respiratorie e molte altre tra cui malattie rare.

Solo 4 mesi fa Moderna e MSD avevano diffuso i dati preliminari su un vaccino a mRNA personalizzato e combinato con l’immunoterapia contro il melanoma. Due mesi fa, La Fda ha concesso a quel vaccino la designazione di ‘Breakthrough Therapy’, per poterne accelerarne lo sviluppo e ora la clamorosa affermazione dello chief medical officer.

Il vaccino mRna l’abbiamo conosciuto a causa della pandemia e per l’urgenza di dover realizzare un vaccino contro il Covid19. Lo studio della tecnologia dell’Rna Messaggero ha quindi avuto un’accelerazione incredibile, molti affermano che in un anno e mezzo si sono riusciti a comprendere i progressi di 15 anni.

Luigia Pace, direttrice del laboratorio di immunoregolazione “Armenise-Harvard”, IIGM e IRCCS Istituto per la Ricerca sul Cancro di Candiolo, a conferma di questo, ha raccontato a Salute: “Grazie alla donazione di sangue di oltre 400 dipendenti dell’ospedale di Candiolo, dopo la vaccinazione anti-Covid abbiamo creato una biobanca che ci ha permesso di studiare i meccanismi molecolari indotti dal vaccino. Studi come questo, insieme a moltissimi altri che si stanno conducendo, permetteranno un enorme avanzamento.”

“Quando è scoppiata la pandemia – ha sottolineato l’immunologa – La tedesca BioNTech stava già lavorando da tempo a un vaccino terapeutico proprio contro il melanoma, e proprio combinato con l’immunoterapia. Quindi quando ha siglato la partnership con Pfizer per sviluppare il vaccino a mRNA contro Covid19, faceva ricerca per un vaccino contro i tumori. In realtà sono molti i laboratori che, contemporaneamente, stavano allora ed anche adesso portando avanti sperimentazioni in tutto il mondo, Italia compresa, ad esempio sono in corso trial per un vaccino a m-Rna contro il cancro della prostata negli Usa”.

Cosa sono questi vaccini a mRna?

Bisogna iniziare col dire che non si tratta di vaccini preventivi ma terapeutici ma si comportano allo stesso modo, ossia insegnano al sistema immunitario a riconoscere il nemico che sia esso un batterio, un virus, o una cellula tumorale.

Questi vaccini saranno quindi personalizzati, ognuno avrà una terapia ad personam: tramite una biopsia delle cellule neoplastiche si andranno ad individuare eventuali mutazioni, presenti solo nelle cellule tumorali e non in quelle sane, e queste verrando utilizzate per sintetizzare in laboratorio degli mRna con le informazioni per innescare il sistema immunitario.

Una volta iniettato Rna messaggero verrà tradotto in proteine (antigeni) identiche a quelle presenti nelle cellule tumorali questo porterà il sistema immunitario a scagliarsi contro l’ospite indesiderato.

Anche se siamo molto vicini a mettere in pratica tutto questo ci sono prima degli scogli da dover superare continua la dott. ssa Pace: “Prima di tutto l’identificazione della mutazione “giusta” da utlizzare. Inoltre la riattivazione del sistema immunitario non è scontata. Per questo i vaccini a mRNA vengono combinati con le immunoterapie, anticorpi che hanno il compito di sbloccare i freni del nostro sistema immunitario, in modo che, una volta riconosciuto il ‘nemico’, sia davvero in grado di attivarsi. Il grande vantaggio-conclude l’immunologa- è che i vaccini hanno la possibilità di creare una memoria immunitaria, che permane nel tempo”.

Una meravigliosa speranza annunciata per poter presto salvare milioni e milioni di persone.

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