La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Human Reproduction, condotta all’Erasmus Medical Center dell’Università di Rotterdam, nei Paesi Bassi, dal gruppo della ginecologa Melek Rousian: sarà possibile, unendo tra di loro intelligenza artificiale e realtà virtuale, vedere lo sviluppo dell’embrione umano in dettaglio, osservandone il processo di crescita giorno dopo giorno durante il periodo della gravidanza, fino a ottenerne un ologramma in 3D.

Lo studio ha coinvolto 644 donne fra la settima e la decima settimana di gravidanza, arruolate fra il 2010 e il 2018 nello studio Predict. Di queste donne, 33 hanno avuto un aborto. Dalle osservazioni delle prime settimane di gravidanza, si è già visto che lo sviluppo più lento dell’embrione aumenta il rischio d’aborto.

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“E’ la prima volta che siamo in grado di osservare la gravidanza in via di sviluppo”

Sono le parole di gioia del primo autore dell’articolo, Carsten Pietersma. “In futuro – prosegue -la capacità di valutare la forma e lo sviluppo degli embrioni potrebbe essere utilizzata per stimare la probabilità che una gravidanza continui fino al parto di un bambino sano. Questo – ha continuato Carsten – consentirebbe agli operatori sanitari di fornire consulenza alle donne e ai loro partner sull’esito potenziale della gravidanza e sull’identificazione tempestiva di un aborto spontaneo”.

Concludendo: “Potremmo essere in grado di indicare il rischio di un altro aborto spontaneo o forse offrire qualche rassicurazione precoce”. Ottenendo gli ologramma, trasformando i dati in immagini 3D, è riuscito a misurare anche il volume e la lunghezza complessive dell’embrione. La visione in 3D è fondamentale per riuscire a studiare le caratteristiche degli embrioni e per rilevare le misure interne ed esterne, ossia per ricostruire la morfologia.

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