Continuano a salire i prezzi del metano sebbene la proroga degli sconti del governo di 30 cent a litro per i carburanti. Il costo del gas naturale tra i 2,19 e i 2,51 euro al kg, più che raddoppiato in pochi mesi, secondo i dati diffusi dal quotidiano specializzato Staffetta Quotidiana, stabiliscono un record di rialzo verso cifre mai esplorate in precedenza.

Motivazione per la quale oltretutto molti gestori sono stati costretti a chiudere i distributori come soluzione temporanea. Il rincaro sta costringendo anche molti automobilisti a cambiare l’auto che avevano scelto proprio per alleggerire le spese sul carburante.

L’impennata del costo del metano ha fatto inevitabilmente regredire il numero delle auto vendute sul mercato alimentate a gas naturale. Nel primo semestre in Italia sono state immatricolate il 63% di auto in meno rispetto al corrispondente periodo del 2021. Generando così un rosso sul mercato del ben 22%. Al momento le quotazioni di benzina e diesel, al contrario, complice lo sconto carburante prorogato dal governo, sono al di sotto della soglia di 2 euro per litro.

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Metano: cos’è, gas metano, prezzo, quanto inquina, i distributori in autostrada in Italia

Il metano è il principale componente del gas naturale, ed è un ottimo combustibile perché produce la maggiore quantità di calore per massa unitaria. Il metano è un idrocarburo semplice (alcano) formato da un atomo di carbonio e 4 di idrogeno. La sua formula chimica è CH4, e si trova in natura sotto forma di gas.

E lo si trova già allo stato gassoso e, dopo l’estrazione dal sottosuolo, arriva a noi tramite una fitta rete di condotte. Rispetto alla benzina e al gasolio, il metano non si ottiene attraverso complessi processi di raffinazione, dunque mantiene inalterate le sue caratteristiche strutturali, garantendo omogeneità e costanza di rendimento.

Il prezzo del gas metano, non essendo un derivato del petrolio, non risente delle politiche internazionali proprie del greggio, e ci consente una gestione economica indipendente dai paesi produttori di petrolio.

Inquinamento

L’International Energy Agency, la IEA, afferma che rispetto alla benzina e al gasolio “il metano inquina di meno perché non produce la combustione di ossidi di zolfo e di particolato e anche le emissioni di ossidi di azoto sono inferiori con gli opportuni bruciatori“. Secondo l’IEA il gas naturale “è il combustibile fossile più pulito e in più rapida crescita“.

Tuttavia per l’Economist la dispersione in combusto del metano nell’atmosfera è “molto più dannosa per il clima“. Infatti se da un lato è vero che è la sua combustione sia “meno inquinante” di quella del petrolio e del carbone, da un lato “una tonnellata di metano ha l’effetto serra di 86 tonnellate di CO2“. Secondo quanto scrive l’Economist inquinerebbe dunque “86 volte di più“. Quindi, sebbene il metano “si deteriora chimicamente in circa 10 anni” mentre la CO2 “si accumula nell’atmosfera e vi resta per centinaia di anni“, il primo, una volta liberato, “fa danni fino alla sua dissoluzione“.

I distributori sulle autostrade italiane

I distributori sulle autostrade italiane aumentano sempre di più sebbene resti un carburante tutt’altro che diffuso. In Italia ci sono 1.400 impianti. Il maggior numero di distributori di metano in autostrada appartiene alla Lombardia con 13 impianti.

A seguire ci sono l’Emilia Romagna con 10 distributori e il Lazio con 7. Non ci sono in Sardegna, Calabria, Basilicata, Molise e Abruzzo. L’Italia è una delle nazioni con più auto con impianto a metano di tutto il mondo.