Il rischio di dover passare un autunno di “austerity” si fa davvero alto. Si va incontro ad una stagione dove si potrebbe arrivare ad abbassamenti della temperatura dei termosifoni fino a 2°C. Inoltre potrebbe palesarsi l’eventualità di porre un limite sulle ore di accensione. Aumenta il rischio di razionamenti e di tagli a luce e gas.
Dinanzi a casi estremi si agirebbe anche sull’illuminazione pubblica. I tagli interesserebbero anche le luci per i monumenti e gli edifici storici con uso più moderato per i lampioni. Per ora è uno scenario che il Corriere accosta alla sola città di Torino, ma potrebbe presto interessare concretamente tutta la penisola.
Lo scenario torinese che potrebbe ispirare le altre regioni della penisola
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Tra le misure che il Governo potrebbe attuare anche quella di una chiusura anticipata dei negozi, alle 19 circa. Mentre in caso di “austerity” i locali chiuderebbero alle 23. Di certo c’è che nel capoluogo piemontese, da maggio di quest’anno fino alla primavera del 2023, sono stati fissati i minimi e i massimi limiti di temperatura per la climatizzazione invernale ed estiva degli uffici pubblici.
Minima a 19°C e massima a 27°C. Tra i cittadini c’è chi sta cercando soluzioni personali. Come ha spiegato Sara Gris del “La Castellamonte Stufe“, sia le stufe a legna che i pellet “sono molto ricercati“. Soprattutto grazie “al credito d’imposta, che consente di comprare la stufa alla metà del prezzo“.
L’aumento della domanda ha fatto raddoppiare il prezzo del pellet per un sacco da 15 chili (da 4 a 8 euro). La Regione Piemonte sta puntando sulle comunità energetiche per alleggerire le spese dei paesi. Tuttavia per il momento si tratta solo di ipotesi, ma il rischio è concreto e reale.
Il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo, ha fatto abbassare il riscaldamento di un grado nelle scuole e di due negli uffici. Ha ridotto l’illuminazione decorativa di alcuni ponti e le ore di aria condizionata negli uffici. Inoltre il primo cittadino del capoluogo piemontese ha promosso il piano Iren da 110 milioni di euro, al fine di riqualificare 800 edifici della città entro il termine del 2029. L’obiettivo è rendere le strutture quanto più efficienti sul piano energetico.
Rischio austerity: il confronto sui razionamenti terrorizza il mondo del commercio
Un tema che sta a cuore al mondo del commercio è il razionamento. Secondo il direttore di Epat (Associazione Pubblici esercizi di Torino), Claudio Ferraro, “altri sacrifici potrebbero portare ad un nuovo lockdown“. Tuttavia questa volta sarebbe “spontaneo“.
“L’energia è aumentata del 90% rispetto al 2019” osserva ancora Ferraro. E dunque “altri rincari” porterebbero probabilmente a “riduzioni di orari e molte chiusure“. Quindi secondo il direttore di Epat si tratterebbe di “un’ecatombe, soprattutto da parte di chi vende a pochi euro i suoi prodotti“.