Sono state ritrovate numerose bottiglie all’interno di un armadio del Palazzo di Giustizia di piazza Verga: appartengono a un giudice e il colore giallastro è dovuto alla sua pipì perché non usa il bagno dal 2020, per paura del Covid. Il modo in cui le bottiglie sono state scoperte è stato imbarazzante per il giudice.
Una volta aperte le indagini non ha potuto esimersi dal confessare. Tutto è partito dall’arrivo in città dei nuovi funzionari dell’Ufficio. Una novità che di conseguenza ha portato alla scoperta di queste bottiglie. Infatti le stesse sono state ritrovate mentre si cercavano stanze e uffici da allocare ai nuovi ingressi nel Palazzo di giustizia di Piazza Verga.
Sono state ritrovate decine e decine di bottiglie da mezzo litro dal colore giallastro. A quel punto il giudice ha confessato che si trattava di opera sua.
Giudice fa pipì nelle bottiglie per timore del Covid: perché le tiene nell’armadio?
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La questione va avanti dal 2020, da quando è scoppiata la pandemia. La giustificazione del giudice in merito al fatto di non essersi liberato di quelle bottiglie di pipì è data dalla “leggerezza e sbadataggine”. La notizia è riportata dal quotidiano “La Sicilia”.
Lo stesso ha anche detto che non utilizza il bagno dal 2020 perché teme di essere infettato dal Covid-19. Infatti i bagni del tribunale sono aperti al pubblico sebbene in uso anche ai magistrati. In un primo momento, dopo il ritrovamento dei nuovi addetti del tribunale, non era saltato immediatamente in mente si trattasse di pipì sebbene l’evidenza del liquido giallastro.
La confessione
Tuttavia, una volta partite le indagini, il giudice ha confessato. La notizia al momento non è confermata né smentita dal presidente del tribunale di Catania, Francesco Mannino. Probabilmente il giudice, sotto indagine, andrà incontro a un provvedimento disciplinare sebbene sia particolarmente difficile ipotizzare il reato.
Dopo il ritrovamento e la confessione togata, il giudice ha mostrato altre bottigliette all’interno di altri armadi chiusi a chiave.
