“Mi dissero che con dieci minuti di intervento mi sarei tolta il problema”. Ma il suo calvario è durato ben di più

Il calvario di Anna Briganti, una donna di 49 anni originaria di Taranto, è iniziato con un piede gonfio e nero. “Sono andata in ospedale e un ortopedico mi visitò. Mi disse che erano cisti sinoviali e che con dieci minuti di intervento mi sarei tolta il problema”. Ciò che avrebbe dovuto essere un intervento semplice si è trasformato in una tragedia: in ospedale Anna ha subito l’amputazione del piede a causa di un sarcoma che si era ormai diffuso.

Nel 2017, Anna si recò in ospedale a Taranto per il suo problema al piede. Il medico le diagnosticò una cisti e le raccomandò un intervento chirurgico. L’operazione, tuttavia, si rivelò molto più complicata del previsto, poiché il medico scoprì una massa inaspettata che decise di rimuovere. Dopo l’operazione, Anna fu informata che si trattava probabilmente di un lipoma. Tuttavia, dopo qualche tempo, notò delle pustole lungo le cicatrici e decise di cercare una seconda opinione medica.

Sembrava solo un piede nero, ma è stato il suo calvario: arto amputato per un sarcoma

L’indagine successiva rivelò che si trattava di un sarcoma. Il tumore maligno si era diffuso a tal punto da richiedere l’amputazione del piede per evitare metastasi. “Parliamo di un cancro che si era infiltrato nei tessuti e nel sangue con i due tagli laterali del primo intervento”, ha detto Anna. Il medico ortopedico che l’aveva visitata e operata è ora sotto processo per lesioni gravissime. Le ipotesi sono di “imprudenza, imperizia e negligenza”. 

L’accusa sostiene che il medico avrebbe dovuto condurre ulteriori test, come una risonanza magnetica con mezzo di contrasto, per ottenere una diagnosi accurata. Durante l’operazione poi, di fronte alla massa inattesa, “anziché limitarsi a un prelievo bioptico e indirizzare la paziente in un centro specialistico” avrebbe asportato il tumore in modo da provocare “la diffusione della malattia”. Condizioni che poi avrebbero portato il tumore a estendersi.

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