In un’intervista al The Kyle And Jackie O Show, Jennifer Lopez racconta la storia con Ben Affleck e la lunga pausa tra i due, durata quasi due decenni
Nonostante tutto, Jennifer Lopez e Ben Affleck sono una coppia affiatata e ormai più che consolidata, ma non è sempre stato così, come racconta la cantante e attrice in un’intervista al The Kyle And Jackie O Show, per la presentazione del suo progetto “This is me… now”, nuovo album e film di Prime Video: “Ci sono voluti quasi due decenni per capirlo.” Dice JLo. Che afferma di aver sempre creduto che Ben fosse quello giusto per lei. Come dimostra la loro seconda unione dopo 18 anni.
“Entrambi abbiamo avuto figli con altre persone e altre relazioni, eppure io non ho mai smesso di pensare: Oh, Ben era proprio quello giusto’.” Ha detto la cantante statunitense. “Mi sono serviti quasi due decenni per capire me stessa prima che l’universo si aprisse e mi permettesse di ricongiungersi con l’amore della mia vita.”
Nella chiacchierata durante il programma radiofonico australiano sono emersi alcuni inediti dettagli sulla sua relazione con il compagno Ben Affleck. “Per qualche motivo, prima di ritrovarci io e Ben avevamo bisogno di crescere, di fare altre cose.” Nel corso dei 18 anni, dal 2004, anno della loro rottura, le loro vite sono andate avanti, tra amori, matrimoni e figli. Per lei, ad esempio, Alexander Rodriguez. Per lui Ana De Armas.
“Quando siamo tornati insieme, non potevo crederci e non poteva crederci nemmeno lui. Nessuno dei due lo aveva pianificato, eravamo davvero andati avanti con le nostre vite, ma appena ci siamo riavvicinati è successo tutto in un istante.”
JLo parla, dunque, della sua nuova fatica, l’album This is me… now, arrivato dopo uno dei suoi successi discografici, risalente ai primi anni Duemila: This is me… Then. Descrivendo la nascita dell’album la cantante rivela di aver dedicato una canzone proprio al suo Ben. Il titolo è Not going anywhere (Non vado da nessuna parte) e ne chiarisce il perché. “Quando io e Ben ci siamo ritrovati dopo 18 anni, lui ha iniziato a firmare ogni messaggio con queste tre parole, divise da un punto. Voleva rassicurarmi che no, non sarebbe andato da nessuna parte. È stato fondamentale prima sentirselo ripetere e poi crederci e così anch’io ho iniziato a usarle.”
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