Dopo l’allontanamento di Morgan da X Factor ne sono state dette molte: l’ultima accusa vedrebbe il cantante protagonista di un gesto aggressivo, ma la sua risposta lascia di stucco
Il polverone mediatico su Morgan non cessa: dopo aver detto addio al suo ruolo di giudice della nota trasmissione di X Factor su Sky, l’artista si trova costretto a dare la sua risposta sui fatti dopo l’ultima accusa, che lo vedrebbe colpevole del lancio di un paravento indirizzato verso Francesca Michielin. Si dice che sia stato questo il motivo dell’allontanamento di Morgan, “ne ha parlato anche Fedez”, spiega Deianira Marzano, sempre attenta alle segnalazioni che le arrivano. In questo caso, la provenienza è quella di un suo follower.
La ricostruzione del lancio del paravento e la replica del cantante
Secondo quanto segnalato, dunque, Morgan avrebbe lanciato un paravendo addosso a Francesca mentre lei si stava struccando. Il gesto è stato talmente plateale da aver coinvolto anche il truccatore, “amico di una mia amica”, sostiene il follower che ha accusato il cantante. Col senno di poi, tuttavia, questa versione comincia ad assumere contorni realistici se riprendiamo il comunicato stampa con il quale Sky annunciava la separazione professionale con Morgan: “Comportamenti incompatibili e inappropriati – si leggeva -, tenuti anche nei confronti della produzione e durante le esibizioni dei concorrenti. È prioritario che tutto si svolga in un ambiente di lavoro professionale e che il confronto, per quanto acceso, si esprima sempre nel rispetto reciproco”.
Attraverso una chat privata di WhatsApp condivisa con alcuni giornalisti, l’artista ci ha tenuto a replicare a mo’ di versi di una canzone ideale, con struttura poetica, a tratti raffinata e non-sense, furba e studiata sicuramente, che esprime appieno la vena artistica di Morgan. Per alcuni, dopo questa replica, avrebbe “consolidato il suo status di genio”. Per altri, sarebbe come sempre troppo fuori le righe per ottenere la piena ragione, “anche quando ce l’ha”. Di seguito il testuale messaggio:
“Dicono che io ho scaraventato un paravento addosso a qualcuno ma ciò è totalmente inventato, come potrei io essere diventato uno spaventoso tiratore di paraventi dal momento che l’evento alle venti e venti non era neanche paventato minimamente? Se tanto mi da tanto e mi pare che io sia pure appartato abbastanza da dire che preparo il talento perché sono preparato e perché l’ho imparato, mica mi invento di essere pure paradossale apparentemente superato a parere di chi fa le pare a palate ma io di scaraventare un paravento a Natale non ne voglio sapere e si spera capiate che il vento non c’era perché il posto era riparato, io spaventato dall’approssimare più disparato pari pari al depauperamento del ponte di papaveri e papere per ragioni di tempo e di parade, e secondo voi io avrei mai potuto appannarmi la mente sparando così in un momento a qualcuno quel paravento? Ma è grave pensare che il vento volasse a favore perche ‘ invero mi era contrario, mi si parava insolente mentre il mento mi pendeva silente perché non ci si può muovere quando si usa il solvente.
Parimenti facevo fatica a scattare impavido per quel mio intervento che si dimostrò invece invalido e mentre rientravo mi spaventava un paravento proprio vicino al convento quando io come un para’ mi avventavo sul pavé di cemento ma venivo a sapere che il paravento era scadente di quelli al massimo da venti scellini a dir tanto, e insomma non tentavo neanche di paralizzare il povero paravento ormai fattosi ombra oltre che vento a disapparire nel lento planare di un sogno in parvenza tormento che avrebbe Pavese magari preoccupato il lamento, e dunque come possono anche solo pensare che il pavimento sia ancora lì nell’intento di pavimentare il cortile nel vento e il parcheggio nel centro?”.
