Paola Caruso, ospite di Silvia Toffanin a Verissimo, è tornata a parlare riguardo l’operazione e le condizioni fisiche di suo figlio Michele.

La showgirl di Avanti un Altro, Paola Caruso, ospite a Verissimo, ha parlato nuovamente delle condizioni fisiche di suo figlio Michele. La Caruso sta passando un momento molto difficile, ed ha raccontato tutte le difficoltà e le amarezze che porta nel suo “cuore lacerato”.

Paola Caruso parla dell’operazione di suo figlio Michele, l’intervento

Durante l’intervista, Paola Caruso si è lasciata andare a tutte le emozioni, raccontando le sue paure e perplessità legate all’intervento al quale Michele si è dovuto sottoporre il 24 aprile. Un intervento che avrebbe potuto dare un’altra possibilità al piccolo:

“Era l’unica speranza per poterlo fare camminare di nuovo, era fondamentale questo intervento, un bambino di 4 anni, sei ore di intervento, non sai cosa può succedere, pensi mille cose, avevo paura di farlo operare, perché vedi se una puntura guarda cosa mi è successo, chissà cosa può succedere in un intervento di sei ore. Non sapevo fino all’ultimo se farlo o non farlo, i dottori tutti mi hanno detto che dovevo farlo, non potevo per una mia paura non dare una possibilità a mio figlio”.


Cos’è successo a Michele, figlio di Paola Caruso?

Nonostante le mille paure, Paola Caruso ha deciso di farsi forza e accompagnare, mano nella mano, suo figlio Michele in questa battaglia, il quale non aveva la benché minima idea di cosa stesse accadendo. Ad ogni modo, dopo aver affrontato con forza e coraggio l’operazione, Michele oggi sta proseguendo le sue sedute di fisioterapia:

“Noi mamme dobbiamo mentire, è una menzogna a fin di bene, gli ho detto che non avrebbe sentito niente, gli ho dovuto dare una gioia immensa per affrontare quello che ha affrontato. Io penso che un adulto non lo avrebbe sopportato il post. È stato tutto ingessato per 45 giorni, solo un bambino poteva sopportarlo, perché loro hanno una forza che noi non abbiamo più”

La showgirl, visibilmente commossa e provata dall’enorme sofferenza che ha provato – e continua a provare – ha raccontato che quel tipo di operazione in Italia non si faceva da vent’anni:

Quando ha aperto gli occhi io ho respirato. Quello che doveva essere fatto per liberare il nervo è stato fatto, perché lì si era creata proprio una cicatrice, come un taglio, che occludeva il flusso. Era un’operazione che in Italia non si faceva da vent’anni, ho avuto la fortuna di trovare un medico in grado di fare un’operazione di questo tipo. Lui passa le giornate, anche ora che gli è stato tolto il gesso, fa tutti i giorni fisioterapia, non ci siamo mai fermati”.

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I controlli di Michele

Inoltre, Michele si è dovuto sottoporre ad ulteriori controlli per verificare se l’intervento avesse portato i miglioramenti sperati:

“Il dottore sperava di trovare la situazione migliorata, dopo tutti i sacrifici che ho fatto, come se non bastasse mai, sembra che debba fare sempre di più. Mi sento impotente davanti alla sofferenza di mio figlio, da questa estate ha iniziato a dirmi, serio, ed è questo che mi preoccupa, lui come sta: “Mamma, non ce la faccio più, voglio che torni tutto come prima”. Cerco di fare le cose in cui non si sente diverso, perché lui lo sta metabolizzando. Vorrei solo vedere mio figlio tornare a correre come prima, sacrificherai qualsiasi cosa”.

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