Nel 2018 Niccolò Bettarini, figlio di Simona e Stefano, subì ben undici coltellate: “Nessuna mamma vorrebbe ricevere una chiamata simile alle 5 del mattino”

Aveva 19 anni Niccolò quando ha subito ben undici coltellate poco dopo le ore 5 del mattino del 1° luglio del 2018: lui è il figlio di Simona Ventura e Stefano Bettarini. A infliggergli le ferite, per le quali ha rischiato la vita, è stato uno sconosciuto: tutto era avvenuto in seguito ad un’accesa lite scoppiata in una discoteca di Milano. Il ragazzo intervenne in difesa di un suo amico e pagò quasi rimettendoci la pelle. Simona Ventura ha compiuto da poco 58 anni ed è ritornata sull’argomento che ha segnato un chiaro spartiacque nella sua vita. Da quando il ragazzo si rimise in sesto aveva deciso di cambiare vita: via i cosiddetti “rami secchi” e disse “basta” nel perdere tempo con cose effimere. Era arrivato il tempo della dedizione totale all’amore per la famiglia.

“Non ho mai mollato”

Simona la conosciamo: è una donna forte e ricca di vita, quindi di speranza. Nonostante la drammatica vicenda e quello “schiaffo” ricevuto dalla morte, come lei stessa lo definì, mai le è passato per la testa il desiderio di rassegnazione. Mollare non è nelle sue corde, non rappresenta quel tipo di atteggiamento che fa per lei. Nell’intervista rilasciata di recente a “Chi”, ha detto: “Ho avuto il dono più grande che una mamma possa avere: la vita salva di suo figlio che ha ricevuto 11 coltellate”. Un bivio terribile nella sua vita: “Quel momento – ha spiegato – è stato veramente la sliding door della mia vita. Da lì è cambiato tutto, ho reagito, mi sono allontanata da persone sbagliate per me, ho lavorato in un’altra maniera, ho creato le condizioni per incontrare Giovanni”.

Giovanni Terzi, il suo amore: “Lui è sensibile, è un intellettuale, è uno scrittore. Ha tirato fuori questo lato di me che va più nel profondo”. Subito dopo quell’incidente di cinque anni fa, disse: “Credo che nella vita esista un punto di svolta… Un momento in cui capisci che un ponte è rotto, una strada è senza uscita e ti trovi davanti a un muro”.

La ricostruzione di quella terribile mattinata

Se la ricorda bene quella mattinata: “Ho ricevuto una telefonata che una mamma non vorrebbe e non dovrebbe mai ricevere! Io ne ho sempre avuto il terrore”. Il telefono suonò nel silenzio della casa in cui riposava: data l’ora, e considerando che il figlio non era ancora rincasato, il cuore cominciava già a battere forte dopo il primo squillo. Ricevette la notizia e si precipitò in ospedale. Quando i medici le diedero l’approvazione ad incontrare il suo Nik e le dissero che non rischiava la vita, Simona si lasciò andare ad un pianto liberatorio: “Fu un miracolo”. Un miracolo che le ha permesso di riscrivere un nuovo capitolo della sua vita: più bello, a colori.

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