Attore, doppiatore, comico, conduttore televisivo: oggi è il compleanno di Pino Insegno. All’anagrafe Giuseppe Insegno, nasceva il 30 agosto del 1959 e oggi festeggia i 63 anni d’età. “Vivevamo con tre famiglie nello stesso appartamento, ma la cosa bella è che respiravamo la stessa aria“. Già da piccolo aveva un talento naturale nel raccontare e la sua voce già incantava tutti. “All’asilo mi facevano raccontare le storie“.

Da ragazzo amava il calcio e arrivò al Banco di Roma, tra i professionisti (“anche se sono laziale…”). “Lì ho mosso i primi passi importanti e poi per motivi ancora a me misteriosi, sono stato scansato – ha raccontato l’attore il 29 gennaio a “Verissimo – All’inizio è stata una grande sofferenza. Non ho pianto per non dare il dispiacere a papà”. Tuttavia fu lo stimolo per rilanciarsi e realizzare quel sogno che aveva.

Dentro di me covavo la voglia di essere sul palcoscenico o essere in un film. Sognavo di camminare con una telecamera di fronte, ma non per egocentrismo. Ho inseguito questa carriera”. Il “no” tra i professionisti fu un grande “” per la carriera: “Dopo quel ‘no’ gigantesco, che mi portò ad odiare quelle persone, è nato tutto. Oggi le ringrazio per il percorso che ho intrapreso“.

Poi riuscì ad entrare nel mondo dello spettacolo e divenne un doppiatore. Ma non fu sempre tutto rose e fiori: “Il mondo dell’attore e del doppiatore è difficile. Se sbagli un provino scelgono un altro – ha detto a Silvia Toffanin – Ho cominciato con film di nicchia a luci rosse. Oggi è divertente ripensare a quei titoli e a quei film ma allora era imbarazzante doppiare e fingere di godere per 9 ore. Poi sono arrivate le prime soap opera e ho fatto un po’ di palestra e poi sono arrivati i primi film. Ma c’era il preconcetto che un attore comico non potesse doppiare nei film drammatici“. Mito che Pino Insegno ha sfatato a mani basse.

Pino insegno: il primo gruppo e i personaggi doppiati

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Iniziò la carriera artistica fondando l'”Allegra Brigata” con 300mila lire in tasca (“che mi aveva dato la nonna“) e con altri 9 componenti (tra i quali Massimo Popolizio, Fabio Ferrari, Claudio Insegno, Roberto Ciufoli, Francesca Draghetti e Massimo Cinque). L’Allegra Brigata realizzò cinque spettacoli e due edizioni del Gino Bramieri Show. Successivamente con la “Premiata Ditta” riscossero tanto successo lavorando con comici di altissimo livello. Il quartetto si formò sul finire degli anni Ottanta ed era composto da Roberto Ciufoli, Tiziana Foschi e Francesca Draghetti oltre che da Pino Insegno, ovviamente.

Il quartetto si esibì a “Pronto, chi gioca?” e “Pronto, è la Rai?” e fu il là per il loro successo. Dopo aver preso parte a molti programmi anche negli anni Novanta, approdarono sulle reti Mediaset dove raggiunsero la massima popolarità grazie alla sitcom “Finché c’è ditta c’è speranza” e poi con le trasmissioni “Premiata Teleditta“, “Telematti” e “Oblivious“. Per Pino si conta una partecipazione al cinema in “L’assassino è quello con le scarpe gialle“, del 1995, ma soprattutto molto lavoro per la Tv e con il doppiaggio.

Piuttosto noto per essere il doppiatore di Will Ferrell e Viggo Mortensen ne “Il Signore degli Anelli“, tra gli altri personaggi a cui ha prestato la voce da doppiatore si ricordano Liev Schreiber, Michael Shannon, Jamie Foxx e Sacha Baron Cohen e moltissime star di Hollywood come Russel Crowe, Robert Downey Jr., Lenny Kravitz, Harrison Ford, Michael J. Fox, Denzel Washington, Will Smith, Matt Dillon e tanti altri.

Pino Insegno oggi: età, moglie, figli, Alessandro, Vernio

Oggi Pino Insegno ha compiuto 63 anni. È il fratello di Claudio, nipote di Rossana Di Lorenzo, figlio di Armando, vetrinista, e Romana Di Lorenzo, la sorella dell’attrice recentemente scomparsa e della cui morte è stato proprio Pino a diffonderne la notizia. L’attore e doppiatore ha quattro figli: Matteo, Francesco, Alessandro e Valerio. I primi due sono nati dalla sua precedente relazione con Roberta Lanfranchi mentre gli altri dall’attuale moglie, l’attrice Alessia Navarro. Pino Insegno non ha mai nascosto il suo legame con la Toscana, in particolar modo l’amore per Vernio: “Tutta la parte materna è toscana e io sono cresciuto passando le mie estati, e a volte anche gli inverni, là a Vernio“.

Finché c’è ditta c’è speranza

La sitcom approdò sul piccolo schermo dal 3 gennaio del 1999 e durò fino all’11 gennaio del 2003, per un totale di cinque stagioni. Proposta in prima Tv su Canale 5 e replicata più volte poi su Italia 1, Italia 2, Mediaset Extra, Iris e Retecapri, “Finché c’è ditta c’è speranza” è una serie televisiva senza una vera trama che assembla vari pezzi di sketch con il coinvolgimento dei quattro comici protagonisti. Nei vari episodi vediamo situazioni in cui i mariti subiscono la furia autoritaria delle loro mogli, o bambini un po’ troppo cresciuti o adulti mai cresciuti. In tutte le dinamiche i personaggi interpretati vengono esasperati fino a suscitare la risata, mostrando gli aspetti più irriverenti dei contesti narrati. La serie, con puntate dalla durata lievemente inferiore alla mezz’ora l’una, è stata molto apprezzata dal pubblico tanto da meritare numerose repliche negli anni.