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“Vivevo per lavorare”, carica la famiglia e si trasferisce a Tenerife: “Cosa mi manca dell’Italia? I supplì”

La storia di Sergio che si è trasferito a Tenerife con la famiglia

“Vivevo per lavorare”, carica la famiglia e si trasferisce a Tenerife: “Cosa mi manca dell’Italia? I supplì”

Sergio, 50 anni, nel 2020, in pieno lockdown ha preso la decisione più difficile della sua vita: mollare tutto, caricare la famiglia su un aereo e trasferirsi a Tenerife. In molti, almeno una volta nella vita avranno pensato la stessa cosa, lui, però, appena ha potuto lo ha fatto davvero. A 3 anni, circa, di distanza dalla scelta, l’uomo ha rilasciato un’intervista a “Repubblica”.

La storia di Sergio che si è trasferito a Tenerife con tutta la famiglia

Sergio, che ormai si è trasferito in pianta stabile a Tenerife con la moglie Mimosa e il figlio di 5 anni Adriano, per anni ha gestito un circolo sportivo a Roma. “Vivevo per lavorare, 12 ore al giorno, sabato e domenica compresi ed ero sempre arrabbiato, nervoso, non stavo mai a casa. Passavo la mia vita nel traffico. Semplicemente non ero felice”. Così, dopo mesi di indecisione, ha preso coraggio e ha rivelato il suo intento alla moglie veterinaria. Con grande stupore, però, anche la donna era concorde con lui. Nel 2021, dunque, hanno acquistato un appartamento a Tenerife che hanno iniziato ad affittare e in questi mesi hanno replicato con il secondo. Trasferitisi nell’isola, inoltre, la donna ha trovato velocemente lavoro. “Alle Canarie i veterinari hanno contratti stabili, con ferie e malattia pagata, quasi impossibili in Italia”.

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“Cosa mi manca dell’Italia? La mozzarella nei supplì”

Qui la gente vive serena. In media i prodotti costano il 30 per cento in meno dell’Italia, non esiste lo stress. Il clima è meraviglioso, non piove mai. Ci sono due ore di luce in più ogni giorno. Insomma, è come stare ai Caraibi ma a 4 ore da Roma”, racconta Sergio, che si è trasferito a Tenerife. “Prima lavoravo 12 ore, oggi invece passo un’ora al giorno al computer per gestire le prenotazioni, guadagnando lo stesso stipendio che percepivo in Italia. Per il resto del tempo faccio passeggiate sulla spiaggia, vado in barca e a pesca. Il pomeriggio mi dedico completamente a mio figlio. Se questa non è felicità, le assomiglia molto”.

Infine, il giornalista chiude l’intervista chiedendo al 50enne cosa gli manca maggiormente dell’Italia, e lui: “La mozzarella filante nei supplì e le partite della Roma”.

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