L’intervista di Gabriel Garko dopo anni di silenzi: il coming out, il rapporto con Rosalinda Cannavò e come sta oggi l’attore
In “Se posso dirti addio”, Gabriel Garko è protagonista insieme ad Anna Safroncik, la miniserie di Simona Izzo e Ricky Tognazzi in onda su Canale 5 in questi giorni: l’attore ha parlato al Settimanale Chi, commentando la notizia sul fatto che la sua ex Rosalinda Cannavò sia incinta. Le due personalità sono collegate da un flirt nato solo per i fotografi, i paparazzi e i giornali, senza amore. Perché non poteva esserci. Quella era solo apparenza. Rosalinda ne aveva avuto modo di parlare ampiamente durante la sua partecipazione in una recente edizione del Grande Fratello Vip.
La gravidanza dell’ex (per copertura): “Quando ho saputo che fosse incinta l’ho chiamata subito”
“Sono contentissimo per lei”, ha commentato l’attore. “Ci sentiamo per telefono e l’ho chiamata appena l’ho saputo, sono molto legato a lei”. Ma non fu facile in passato. Come raccontò a “Oggi è un altro giorno” un paio d’anni fa, Rosalinda accettò il compromesso che, come le promisero, avrebbe rappresentato l’occasione ideale per emergere, “e accettai”. Ignara della sofferenza a cui andava incontro. “Avevo un fidanzato vero ma ci dovevamo vedere di nascosto. Per lui è stata una storia abbastanza travagliata, non era facile vedermi sui giornali con un altro, ci sono stati alti e bassi”. La maniacale ricerca della perfezione, a favore di telecamera, la portarono ad arrivare a pesare appena 34 kg.
Diete estreme, esercizio fisico massacrante, come raccontato nel suo libro. Il coming out ha rappresentato una liberazione per il finto ex compagno, l’attore Gabriel Garko:
“In tante famiglie si parla poco di sessualità, ed è un errore enorme. I tabù sono prima di tutto nostri, la società ne mette tanti perché fanno comodo, ma penso che ciascuno abbia i suoi. La parola normalità è una cosa stupida: quello che per me è normale magari non lo è per te”.
La scelta di comunicare al mondo intero una questione così intima è maturata solo per rendere felice sé stesso, anche se il concetto di felicità non lo ama particolarmente in quanto “dura un attimo”, mentre la serenità “è più a lungo termine”.
“Devo confessare che l’ho fatto per me stesso, non per gli altri. Ogni persona deve avere la libertà di fare quello che è meglio per sé. Se fai una cosa con l’idea di essere un modello per gli altri diventi esibizionista, se le fai per te è un sentimento puro”.
Nell’intervista al noto Settimanale c’è stato spazio anche per approfondire molti concetti collaterali a quelli già affrontati. Ad esempio, l’attore ha voluto approfondire il concetto di “normalità”.
“È una cosa stupida: quello che per me è normale magari non lo è per te. Normalità deriva da norma, da regola, ma chi stabilisce quali siano le regole e che cosa sia giusto? Detto questo, ho scritto un libro in cui parlo di cose che tanta gente ignora, di cui preferisce non parlare e cioè il rifiuto della sessualità degli altri, ma penso che siamo arrivati a un punto in cui sarebbe ora di non demonizzare la diversità”.