Oggi è la festa del papà, che Morgan non ha più: il musicista si è raccontato in un’intervista al Corriere e ha parlato, oltre all’amore infinito per Asia Argento, anche di quel tragico giorno del suicidio di suo padre. Sull’ex compagna: “E’ finita perché lei mi ha lasciato. Io non ho mai smesso di amarla, perché quando un uomo ama è per sempre. Sono le donne a lasciarci”.
Non fu semplice da gestire, il dolore dell’abbandono: “Ho dovuto accettare il terribile dolore della separazione – spiega il cantautore – un inferno che assomiglia molto alla morte. Poi l’istinto di sopravvivenza prevale. Ma non dirò mai ‘ti odio’, dopo aver detto ‘ti amo’. Anche se Asia mi ha sfrattato da casa: un colpo sotto la cintura”.
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Morgan: il suicidio del papà
Tornando alla celebrazione della festa del papà, oggi Morgan non può festeggiare il genitore, che si tolse la vita quando il cantante era solo un quindicenne. Le motivazioni dietro all’estremo gesto erano di natura economica. “Era un falegname. Non sapeva gestire gli affari. Si indebitò. Ma non ebbe il coraggio di rivelarci la sua difficoltà. Così si è tolto la vita. Lui aveva 46 anni, io 15, mia sorella Roberta 16”.
Ricorda bene quella mattina: “Papà si avvicinò alla finestra e ci fece ciao con la mano. Non era sua abitudine, e la cosa mi colpì. Lo trovarono nel parco di Monza. In tasca aveva il biglietto di un negozio di strumenti musicali: era andato a informarsi sul costo di una batteria Korg per me”.
“Suonavo fino alle 4 di notte nei pianobar, al mattino mi addormentavo sul banco di scuola”
Questa storia lo ha “segnato” lasciandogli un dolore indelebile ancora oggi. “Servivano soldi per pagare il mutuo della casa. Nostra madre era una maestra baby-pensionata; tirò fuori la sua forza, ricominciò a lavorare, vendeva vestiti in giro per l’Italia”. Tutti, in famiglia, si diedero da fare. “Mia sorella andò a fare la cameriera, e ha preso tre lauree. Io andai a suonare nei pianobar, e sono diventato quello che conoscete”.
L’impegno, l’attività, il darsi da fare. Erano tutti principi implicitamente assimilati dopo il tragico evento. Un modo per esorcizzare quel dolore, per quanto possibile: “Suonavo fino alle 4 di notte; poi il mattino al liceo mi addormentavo sul banco. Fui bocciato. Però guadagnavo 4 milioni di lire al mese, 4 mila euro di oggi. Tra me, mia madre e mia sorella ci pagammo la casa”. Il resto è storia.
Che tipo era il padre di Morgan?
“Non lo vedevo ridere mai. Era sempre molto serio, buio. Così chiedevo a mia madre il motivo”. Dietro ai suoi silenzi, la disperazione di una situazione economica soffocante. “Era un uomo intelligente, sensibile, a suo modo raffinato, colto. Mi trasmise la passione per la musica. Era affettuoso e dolce, ma poteva diventare molto duro”. Come quella volta che gli distrusse una chitarra: “Lo fece con rabbia ingiustificata, io non avevo fatto nulla di male. Poi realizzò, si pentì, uscì a comprarmi un’altra chitarra. Ce l’ho ancora, quando la guardo mi commuovo”.
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