Coolio, nome d’arte di Artis Leon Ivei Jr., è stato trovato senza vita nel bagno di casa sua. A diffondere il triste annuncio è stato il suo manager Jarez Posey. Al momento restano sconosciute le cause del decesso. Coolio è famoso per lo più per il successo del brano “Gangsta’s Paradise”, del 1995. L’artista ci lascia a 59 anni nel suo appartamento a Los Angeles.

Vedi anche: L’addio di Max Cavallari all’amico Bruno: “È solo un arrivederci. Ti amerò per sempre”

Coolio è morto oggi nel 2022: l’età e la causa della morte, il net worth – patrimonio, Gangsta’s Paradise, film

Coolio si è spento ieri, mercoledì 28 settembre, a 59 anni. L’artista è stato trovato senza vita all’interno del bagno nel suo appartamento. A diffondere la triste notizia è stato il suo manager Jarez Posey. Sarebbe stato proprio l’agente ad allertare i medici intorno alle 4 del pomeriggio americano di ieri, le 23 italiane. Giunti sul posto, i sanitari avrebbero poi accertato la morte di Coolio. Lo fa sapere TMZ. Da quanto emerge dalle ultime notizie statunitensi, non sarebbero stati trovati farmaci o dettagli che potessero far alludere ad un utilizzo di droghe. Da quanto emerge dalle ultime informazioni provenienti dalla California, l’artista potrebbe essere stato colpito da un arresto cardiaco. L’autopsia e il test tossicologico chiariranno le cause del decesso

Da “celebrity net worth”, si stima che il patrimonio del cantante fosse di 1,5 milioni di dollari al momento della sua morte. Con “Gangsta’s Paradise” ha raggiunto il primato in 16 paesi in tutto il mondo. Coolio è stato premiato con un Grammy come miglior performance rap solista per il pezzo. La canzone è anche tra i brani del film “Pain & Gain – Muscoli e denaro”, con Mark Wahlberg, Dwayne “The Rock” Johnson e Anthony Mackie. Il brano è stato anche la colonna sonora del film “Pensieri pericolosi”.

Il cantante ha pubblicato otto album in studio e ha venduto oltre 70 milioni di dischi. Lo ricordiamo anche in veste di attore per aver preso parte in numerosi film come in “Judgment Day”, “Leprechaun in the Hood” e “Three Days to Vegas”.

Continua a leggere su Chronist.it