Immortale, talentuoso, carismatico, genio, leggenda: oggi Freddie Mercury avrebbe compiuto 77 anni. “Mi è sempre piaciuto cantare e credo che tutto abbia origine da lì“. Amava il palco, “è la parte più bella, quella anteriore del palco“. Non si sarebbe accontentato di fare il batterista, “con la batteria sei nella parte posteriore“. Lo raccontava Freddie stesso in un’intervista del 1984.

Freddie Mercury è un’icona, il più istrionico divoratore di palcoscenico di tutti i tempi. Non c’è solo la canzone, meravigliosa, ma la persona. Artista unico, dotato di un carisma straordinario, capace di far appassionare alla musica anche chi non ne capisce nulla. Freddie univa, unisce e continuerà ad unire generazioni intere. Aveva una presenza scenica teatrale, splendida, accompagnata da una delle voci più calde, potenti e prorompenti della musica.

Freddie Mercury era l’unico in grado di comandare a ritmo le orde di fan che pendevano da ogni suo cenno, gesto, verbo. Freddie era un ipnotizzatore. E amava, tantissimo: “Quando sono attratto da qualcuno cerco di trattenermi, ma proprio non riesco a controllare l’amore. Mi innamoro troppo in fretta e finisco per farmi male sempre. Forse attraggo le persone sbagliate! Ho cicatrici ovunque, ma non posso fare a meno dell’amore. Dopotutto, sono un romantico! Non ho mai il controllo quando si tratta di amore e odio quella sensazione. Ho pianto un fiume di lacrime! Sono un essere umano“.

Il miglior frontman di sempre

Freddie Mercury, ancora oggi, è attualissimo come non mai. Citato, menzionato, ascoltato ogni giorno tra social, siti web e Tv, per almeno una volta al dì: che sia un pezzo musicale (come nelle pubblicità per le Tv), un ricordo, o un’immagine (Facebook, Instagram, etc), Freddie. Per alcuni, è stato il più grande talento. Grande sì, un po’ sregolato, ma sicuramente il “miglior frontman di sempre“. L’opinione è di molti, tra questi Mick Jagger.

Bruce Murray, ex compagno di scuola di Freddie, lo descrisse come un ragazzo “estroverso” e al contempo “solo“. Già in gioventù cercava “un modo per potersi esprimere“. Dava inizio al suo genio, lo stava creando. “Ricordo che già scarabocchiava pezzi di testi di canzoni che aveva in testa.. e poi raccontava che sgridava sua mamma ogni volta che tentava di riordinare la sua stanza e la trovava che leggeva i suoi fogli“.

Quell’incredibile party del 1978

Festaiolo. Il carisma era evidente, la verve, l’animo, l’energia. Freddie non faceva mai le cose in piccolo, compreso nel 1978 quando, si dice, spese ben 200mila dollari per allestire una serata selvaggia, sfrenata, travolgente. Il giorno di Halloween, i Queen organizzarono l’evento al Fairmont Hotel di New Orleans.

Bob Hart, dell’etichetta discografica EMI, rivelò che il party era a “tema stregoneria“, abbastanza “inquietante“. Secondo Pamela Des Barres, tratto dal libro “Rock Bottom: Dark Moments in Music Babylon“, quella sera c’erano “travestiti, spogliarelliste, incantatori di serpenti, piccoli strani personaggi, camerieri nudi, un tizio che mordeva le teste di polli vivi, modelle senza veli che lottavano tra di loro“.

Freddie acquistò il miglior champagne per godersi la serata con i suoi amici. Nella stanza sul retro era stato allestito un privé intimo. “La maggior parte degli hotel offre ai propri ospiti il ​​servizio in camera – disse lo stesso Freddie – Questo offre loro un servizio labbra“. Una voce non confermata sulla serata avrebbe fatto riferimento a persone che girassero con dei piatti pieni di cocaina sulla testa.

Con Paolo Bonolis: “Non è robba pe’ me…”

Prima nel 2019 e poi l’anno scorso, Paolo Bonolis ha ricordato il suo incontro con Freddie Mercury “a una cena a Londra“. Iniziarono a chiacchierare. “Dopo un po’ capii che avrebbe voluto che andassimo da qualche altra parte… Io misi subito le cose in chiaro: ‘Freddie, adoro la sua musica, la trovo fantastico. Ma davvero: non è robba pe’ me’“.

Il cantante fece capire all’allora giovanissimo conduttore, “avevo 25 anni“, di voler “trascorrere tempo insieme“. Paolo rifiutò con garbo, così il cantante gli chiese l’indirizzo. “Diedi quello di mia madre: un anno e mezzo dopo mi fece avere due biglietti per il famoso concerto di Wembley“.

Freddie Mercury: biografia, gli inizi e i Queen

Freddie nacque a Zanzibar 76 anni fa. Il papà era un diplomatico. In adolescenza il cantante trascorse molto tempo in India prima di trasferirsi con la famiglia a Londra. Farrokh Bulsara, nome di battesimo, divenne Freddie Mercury dopo il trasferimento nella capitale inglese, nel 1964.

Dallo sport e il disegno, Freddie passò alla musica. Prima con gli “Smile“, noti in Inghilterra, poi con i gloriosi “Queen“. Conobbe Tim Staffell nel 1966, già cantante degli “Smile“. La band era composta dal chitarrista Brian May e dal batterista Roger Taylor. Prima di unirsi con loro si unì agli “Ibex“, di Liverpool, esordendo dinanzi al pubblico il 23 agosto del 1969, all’Octagon Theatre di Bolton, poi agli “Sour Milk Sea“.

La band si sciolse nel 1970 ma Freddie si era già fatto un nome e fondò i Queen portandosi dietro Taylor e May e integrando, poco dopo, il bassista John Deacon. Il resto è storia anche se fu solo con il quarto disco, “A Night at the Opera“, del 1975, che la band spopolò in tutto il mondo. L’album contiene “Bohemian Rhapsody“.

Tra i successi indimenticabili in 15 anni di gloria è impossibile non menzionare i seguenti: “Somebody to Love“, “Don’t Stop Me Now“, “We Are the Champions“, “We Will Rock You“, “Living On My Own“, “Love of My Life“, “Crazy Little Thing Called Love” e il già citato “Bohemian Rhapsody“. 15 anni, 15 album e delle performance sul palco, in live, da fare storia e scuola. Compreso il doppio concerto di Wembley del 1986.

Per un breve periodo Freddie tentò la carriera da solita con l’album “Mr. Bad Guy“, del 1985, e “Barcelona“, del 1988.

L’ultima canzone registrata e l’ultima apparizione di Freddie Mercury

Vedi anche: Keanu Reeves, l’eterno giovane compie 58 anni. Le tragedie e la solidarietà: l’incredibile storia di un uomo straordinario

L’ultima canzone registrata dal cantante con i Queen è “Mother Love” mentre l’ultima apparizione pubblica risale al videoclip “These Are the Days of Out Lives“, trasmesso dopo la sua morte.

Freddie Mercury: figli, moglie, altezza, peso, denti, malattia, tomba, film

Con Jim Hutton

Freddie non aveva figli, diceva spesso che gli preferiva i gatti. Non era sposato. Scoprì di essere bisessuale negli anni Settanta. Si innamorava spesso, di uomini e donne, come diceva lui stesso (“quando sono attratto da qualcuno cerco di trattenermi, ma proprio non riesco a controllare l’amore. Mi innamoro troppo in fretta e finisco per farmi male sempre…”).

Fu a lungo compagno di Mary Austin con la quale ha convissuto per sette anni e, fino agli ultimi giorni, è stata una persona rimasta sempre nel cuore di Freddie. Mary lo affiancò fino agli ultimi giorni. Freddie le ha lasciato in eredità metà del suo patrimonio e la casa a Londra, la Garden Lodge.

Tra gli amori dell’artista si ricordano quello con David Minns, amministratore di una casa discografica, e con lo chef Joe Fanelli, anch’egli stette affianco a Freddie sino agli ultimi respiri. E accanto al cantante restò, ovviamente, il grande amore della vita: Jim Hutton, il compagno di Freddie Mercury dal 1984.

Il cantante era alto 1,77 m e pesava circa 72 chili. Aveva un problema ai denti dovuto ad una malformazione: aveva l’osso mascellare superiore della stessa lunghezza della mandibola, con i denti superiori inclinati all’infuori (spinti dall’interposizione del labbro inferiore che gli causava anche la presenza di spazio tra i denti) e quelli inferiori indietro.

Freddie aveva ereditato la malocclusione dalla madre e consiste nella spinta verso il centro dei denti da parte di quelli posizionati più in fondo, portando ad un accavallamento degli incisivi. Inoltre Freddie aveva più denti nell’arcata inferiore. Molti si chiedono come mai non fece sistemare i denti ma lui temeva che questo avrebbe cambiato il tono della sua voce, lo rivelò Rudi Dolezal, il quale conosce bene il personaggio per aver diretto diversi documentari su Freddie. “Era molto più preoccupato della sua voce piuttosto che del suo aspetto e questo la dice lunga sul tipo di persona che era“.

Con Mary Austin

Malattia

Nel 1986 Freddie stava male e scoprì di aver contratto l’Aids. Tenne nascosta la cosa al mondo intero, compresa la sua band che lo venne a sapere solo tre anni dopo, quando ogni bugia sarebbe stata vana viste le condizioni fisiche e i segni evidenti dell’artista. “Guardate, probabilmente avete capito con cosa ho a che fare – disse loro, come ha rivelato poi Brian May – Ho questa cosa e per quanto ne so non c’è nessuna cura e ho solo un po’ di tempo ancora a disposizione, ma voglio portare avanti la mia vita esattamente com’è.”

I fan seppero della sconvolgente notizia il giorno prima della sua morte, quando Freddie lo rivelò al mondo intero attraverso un comunicato.

Il cantante era debole, stanco, deperito, ma aveva ancora la forza di cantare, provare, nonostante tutto. Negli ultimi istanti di vita cominciò anche a perdere la vista e perse completamente le energie, non riuscendo più ad alzarsi dal letto. Una broncopolmonite fu il colpo finale. Freddie si spense il 24 novembre del 1991, alle ore 18.48. Aveva 45 anni.

Nel comunicato disse: “In seguito alle disparate congetture diffuse dalla stampa nelle ultime due settimane, desidero confermare che sono risultato sieropositivo e di aver contratto l’AIDS. Ho ritenuto opportuno tenere privata questa informazione fino a oggi per proteggere la privacy di quanti mi circondano. Comunque, è giunto il momento di far conoscere la verità ai miei amici e ai miei fan e spero che si uniranno a me, ai miei dottori e a quelli di tutto il mondo nella lotta contro questa terribile malattia“.

Dopo la morte Freddie fu cremato e le sue ceneri vennero affidate a Mary, la quale le sparse in un luogo da lui scelto e segretamente rivelatole dall’artista. Su Netflix è in catalogo il film “Bohemian Rhapsody“.

Il ricordo di Brian May: “Sarebbero bastati pochi mesi e ce l’avrebbe fatta…”

Di recente Brian May ha detto: “A volte non si capisce perché tutti pensano che Freddie fosse troppo impetuoso, non era così. Era molto diplomatico all’interno della band. Riusciva sempre a trovare una soluzione, era uno dei suoi tanti talenti. Aveva moltissimi talenti“.

A me non piace santificare la gente – ha proseguito a “Che tempo che fa” – ma Freddie era davvero un essere umano straordinario, assolutamente unico, incredibile, il suo talento per scrivere, per essere presente sul palcoscenico, per riuscire a raggiungere il cuore della gente quando cantava… un uomo straordinario, a noi manca ancora oggi“.

Sempre a “Che tempo che fa“, un giorno lo stesso Brian disse: “Pochi mesi… sarebbero bastati pochi mesi in più e ce l’avrebbe fatta. Se solo si fosse ammalato qualche tempo dopo avrebbe potuto testare quel farmaco capace di bloccare gli effetti dell’AIDS e probabilmente si sarebbe salvato“.