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Fece a pezzi i suoceri e li nascose in quattro valigie: chiesto l’ergastolo per Elona Kalesha

Chiesto ergastolo per Elona Kalesha

Chiesto ergastolo per Elona Kalesha: fece a pezzi i suoi suoceri e li nascose in 4 valigie

Il terribile duplice omicidio avvenne nel 2015: i corpi vennero ritrovati ben 5 anni più tardi

Le pm Ornella Galeotti e Beatrice Giunti e del pg Luigi Boccioli hanno chiesto l‘ergastolo al processo d’appello per Elona Kalesha, la 40enne di origine albanese accusata di aver ucciso i genitori dell’ex fidanzato.
Teuta e Sphetim Pasho, scomparsi nel 2015, vennero ritrovati all’interno di quattro valigie in un campo alla periferia della città ben 5 anni dopo, nel dicembre 2020.

La donna era stata condannata a 30 anni di carcere nel maggio 2023 dai giudici della Corte d’Assise di Firenze. La 40enne resta l’unica imputata per il macabro duplice omicidio.
Tuttavia, l’accusa pretende una pena più severa. Mentre i difensori dell’imputata, nella prossima udienza, fissata il 27 novembre, dovrebbero chiedere l’assoluzione della loro assistita.

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La gravidanza nascosta, la scomparsa dei suoceri e il ritrovamento: chiesto ergastolo per Elona Kalesha

Secondo l’accusa, la donna avrebbe ucciso barbaramente entrambi i suoceri perché temeva che i coniugi potessero svelare al figlio che aspettava un bambino da un altro uomo e che Taulant potesse ucciderla. Così, Elona interruppe la gravidanza il 27 ottobre 2015, cinque giorni prima della scomparsa della coppia.

La svolta nelle indagini arrivò il 22 dicembre 2020 con il fermo di Kalesha, convivente di Taulant Pasho.
Qualche giorno prima, i corpi smembrati dei genitori dell’uomo furono ritrovati in vari borsoni nella boscaglia vicino al carcere di Sollicciano, lungo la superstrada Firenze-Pisa-Livorno.
L’accusa aveva collocato il delitto tra il 1º e il 6 novembre del 2015, in un appartamento di via Fontana, nel capoluogo toscano.

Esistono indizi gravi precisi e concordanti” – avevano spiegato i pm in aula.
Mentre la difesa della donna aveva sottolineato che sulle maniglie delle valigie con i resti della coppia non era stato rilevato il Dna della loro assistita.

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