Maria Cesaria Petracca, conosciuta da tutti come “Sara”, è morta nel pomeriggio di giovedì 13 giugno in mare a Ladispoli. La donna, che era giunta in spiaggia con un’amica, per ragioni ancora poco chiare, è stata violentemente scaraventata contro gli scogli dalla corrente mentre si trovava in acqua. A causa dell’urto contro le formazioni rocciose con la testa, per la 62enne non c’è stato nulla da fare. Sotto shock, invece, l’amica che era con lei.

Chi era Maria Cesaria Petracca, prof morta in mare a Ladispoli

Si chiamava Maria Cesaria Petracca ed era una professoressa di inglese la 62enne morta nel pomeriggio di ieri sulla spiaggia di Torre Flavia, lungo il litorale romano. Secondo le informazioni al riguardo, era stata proprio lei a chiedere all’amica di andare al mare. La 62enne, infatti, dopo un lungo anno scolastico, aveva appena terminato gli scrutini e per questo aveva deciso di passare una giornata di relax in spiaggia. Durante il pomeriggio del 13 giugno, però, mentre si trovava in acqua, la 62enne è finita in un punto dove la corrente era molto forte e l’ha trascinata contro degli scogli. All’arrivo dei soccorsi, infatti, il corpo della vittima era incastrato e non c’era già più nulla da fare.

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I messaggi di cordoglio sui social

La morte di Maria Cesaria Petracca, giunta come un fulmine a ciel sereno, ha scioccato sia la comunità d’appartenenza, sia i molti amici, colleghi e studenti della 62enne prof d’inglese. Sui social, in queste ore, l’associazione LP International, con una lunga lettera ha salutato la donna per l’ultima volta.

Cara Sara, appena abbiamo appreso la notizia ci siamo sentite mancare. Abbiamo pensato a un brutto scherzo, a un errore… Te odiavi il mare! Ogni volta ci dicevi: vengo ai Summer Camps solo in montagna, il mare proprio no! E quel maledettissimo mare ti ha portato via. Tu, cara amica di mille risate, di tanti viaggi insieme ai nostri gruppi in Italia e all’estero, di tanti selfie (come ti piacevano!), di Guinness, fish & chips e cappelli, i più frivoli possibile! Quanto adoravi i tuoi ragazzi! Quante giornate e nottate trascorse insieme a verificare che tutto fosse perfetto, che nulla fosse lasciato al caso per ogni partenza. Sara nostra, non abbiamo abbastanza parole e lacrime da versare per definire il rapporto che ci univa. Eri un’amica, una vera Amica. Dicevi sempre che dopo la pensione avresti viaggiato ancora di più, mai sazia di bellezza e cultura. Perché Sara, perché?”.

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