Quella avvenuta alla scuola media Giambattista Vico di Milano è una tragedia con ancora tanti punti interrogativi. Nella mattinata di venerdì scorso, infatti, durante l’ultimo giorno di scuola, il professor Armando Mainardi, di appena 47 anni, ha avuto un malore ed è deceduto nei bagni dell’istituto.

Morto il professor Armando Mainardi: chi era

Inutile l’intervento dei colleghi prima e dei sanitari poi. Il professore di educazione fisica Armando Mainardi non si è più ripreso. Intorno alle 11 di venerdì, infatti, l’uomo aveva rivelato di non sentirsi troppo bene. Proprio per questo, dunque, si sarebbe recato nei bagni della scuola, dove pochi istanti dopo si è accasciato a terra. Armando, di Salerno, aveva trascorso tutto l’anno scolastico a Milano, come supplente di educazione fisica. Proprio per svolgere il suo lavoro, infatti, il 47enne aveva dovuto lasciare sua moglie e sua figlia piccola, di appena 5 anni. Nel capoluogo lombardo, infine, lontano dai suoi affetti, per ragioni ancora al vaglio degli inquirenti, è deceduto a 47 anni.

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Le parole del sindaco di Salerno

La notizia della morte del professor Armando Mainardi, avvenuta probabilmente per un malore non ancora ben precisato, ha sconvolto sia gli studenti dell’istituto milanese, sia la sua comunità di appartenenza. L’uomo, tifosissimo della Salernitana, lascia la moglie e la figlia di 5 anni.

In queste ore, infine, il sindaco di Salerno, Vincenzo Napoli, ha scritto un messaggio di cordoglio per il tragico decesso del 47enne. “Sono addolorato per la morte di Armando Mainardi, strappato tragicamente alla vita per un malore a soli 47 anni. Era benvoluto da tutti. Siamo tutti scioccati amici e quanti lo hanno conosciuto e amato. Abbraccio i genitori Tonino e Pina e il fratello Mattia, ai quali lega me e la mia famiglia da profondo affetto. La loro amicizia ha illuminato giorni bellissimi della mia vita, pieni di speranza di futuro e di attività culturali memorabili nel campo del design e dell’architettura. Ciao Armando. C’eri allora e ci sarai per sempre”.

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