“Ci siamo abbracciati, poche parole”, racconta Emanuel Marini, uno dei soccorritori. Il dramma dei genitori

Natisone, la mamma di Patrizia: “Dovevano salvarla invece di fare video”. Il dramma del Natisone sembra non avere fine. Tre i giovani dispersi, due ragazze e un ragazzo, travolti dalla piena. Patrizia Cormos, Bianca Doros e Cristian Casian Molnar sono le vittime. È stato Emanuel Marini, volontario della Protezione civile, a trovare il corpo di Patrizia.

«Ci siamo abbracciati, poche parole – dice Marini – i genitori mi hanno chiesto del braccialetto, della collanina. Li ho descritti, un cenno con il capo, erano quelli di Patrizia. Avrei voluto essere ambasciatore di buone notizie, non di morte». Il corpo era in una piccola insenatura: «L’ho notata mettendo la testa in un pertugio. Era voltata di schiena, ricoperta da detriti».

«Sono andato lì perché mi hanno chiesto di dare il mio contributo e perché sentivo di farlo. Proprio perché la mia speranza era di trovare persone vive. Quando ho visto il corpo della ragazza ho ascoltato i battiti, il respiro. Nulla».

Natisone, la mamma di Patrizia: “Dovevano salvarla invece di fare video”

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Il sindaco di Premariacco, Michele De Sabato, incita le ricerche dell’ultimo disperso, Cristian Casian Molnar. «Forza soccorritori, che oggi sia l’ultimo giorno di ricerca per ridare Cristian ai suoi familiari», scrive. Il fratello di Cristian, giunto dall’Austria, segue la vicenda e spera in una risoluzione positiva. «Siamo molto credenti – ha fatto sapere – e speriamo ancora nel miracolo». Il giovane è in costante contatto coi genitori, che si trovano in Romania.

La mamma di Patrizia, in un’intervista al Messaggero Veneto, esprime il suo dolore: «Ciò che più mi addolora è che tutti hanno fatto foto e video e nessuno li ha salvati. Nessuno. Potevano forse salvarli. Non era importante fare i video. Lei era andata a fare una passeggiata, ha chiamato più volte il 112. Ha lasciato il suo nome, l’indirizzo. Ha detto ‘Chiamate mia mamma’». Ricorda la figlia come un angelo che studiava e lavorava per mantenersi. «Dopo l’esame all’Accademia, sostenuto proprio venerdì mattina, mi ha chiamata e mi ha detto ‘sono stata bravissima, ho saputo tutto’».

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