Marco Muller è morto a 71 anni, buttandosi sotto a un treno. Per tutto il mondo, però, l’uomo era già un fantasma da ben 36 anni, ovvero da quando fuggì dalla prigione in cui era recluso. L’uomo, infatti, in gioventù fu una promessa del calcio, con presenze con la casacca della nazionale svizzera. Poi, però, divenne un bandito e iniziò a rapinare banche. Tuttavia, per il fatto che rubava solo in posti strabordanti di soldi, senza mai sparare un colpo di pistola, era stato soprannominato il “Robin Hood svizzero”.

Marco Muller morto sui binari: la sua storia

Per 36 lunghi anni, l’ex calciatore bandito aveva fatto perdere le sue tracce. Marco Muller, però, è stato ritrovato morto sui binari della ferrovia nei pressi della sua città natale, Bassecourt, nel Canton Giura. I fatti sono avvenuti a febbraio scorso ma solo in queste ore l’analisi comparativa ha fugato ogni dubbio. Per la Procura, inoltre, si tratterebbe di un caso di suicidio. Muller era stato incarcerato 2 volte ed entrambe le volte riuscì a evadere. La prima volta scappò dal carcere del capoluogo cantonale del Giura e dopo essere fuggito inviò per Natale alla polizia del posto una cassa di cognac. La seconda evasione, infine, avvenne dal carcere di Thorberg nel 1988. Da quel momento di Marco Muller si perse ogni traccia.

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Le parole di chi lo ha conosciuto

Riguardo al ritrovamento di Marco Muller morto sui binari, un suo ex complice ha dichiarato: “Non credo che Marco sia mai tornato nella sua città natale mentre era in fuga. Non era stupido. Anche sotto mentite spoglie lo avrebbero riconosciuto”.

Un bancario di Bassecourt, invece, ha ricordato la rapina subita nel 1979: “Quel ragazzo entrò con una parrucca rossa e un cappotto lungo, come in un film di Sergio Leone. Tirò fuori dei candelotti di dinamite e mi disse di prendere tutti i soldi dalla cassaforte altrimenti sarei saltato in aria”.

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