Quanto successo a Paolo Pasqualini, morto sbranato da 3 rottweiler nei pressi del bosco di Manzania, ha colpito tutti. Il 39enne era un ragazzo, a detta di tutti, gentile e solare. Nella mattinata di lunedì 12 febbraio, mentre in molti, passando per la casa in cui l’uomo viveva con la mamma e la sorella hanno lasciato un fiore per il defunto, Priscilla, sua sorella, ha raccontato gli ultimi istanti di suo fratello.

Il dolore della sorella del 39enne sbranato

Vorrei solo sentire la sua voce. Sentirlo cantare per casa come faceva sempre”, dice Priscilla, con gli occhi pieni di lacrime e la voce spezzata dal dolore. “È uscito per andare a camminare, come faceva sempre, era un grande sportivo – racconta sua sorella -. Ultimamente andava spesso al parco perché aveva un’infiammazione al nervo sciatico e i medici gli avevano consigliato di fare movimento. Mai avrei potuto pensare che sarebbe finita così”. Paolo Pasqualini, infatti, proprio mentre passeggiava nei pressi del bosco di Manziana è morto sbranato da 3 rottweiler.

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Paolo Pasqualini ucciso: aveva da poco ripreso gli studi

Il 39enne, dipendente dell’Esselunga di Roma, negli ultimi tempi aveva deciso di cambiare la sua vita e ricominciare a studiare. Per questo, da poco più di 2 mesi era tornato a casa della mamma, in cui vive anche Priscilla, sua sorella. A tal proposito la giovane ha dichiarato: “Mi aveva detto “ci vediamo dopo”. Avevamo parlato di studio, mi aveva chiesto dei consigli, poi era uscito con i pantaloncini e le scarpe da ginnastica con cui è stato ritrovato. Si era da poco iscritto all’Università di Viterbo, in scienze motorie e parlavamo spesso degli studi perché io sono iscritta alla facoltà di medicina; quindi, mi chiedeva consigli”.

“Non so neanche di che razza fossero i cani che l’hanno ucciso”

Paolo Pasqualini, ucciso da 3 rottweiler, secondo i riscontri dei primi esami sul cadavere, avrebbe provato a difendersi, ma è morto prima dell’arrivo dei soccorsi. I 3 animali che hanno causato la morte dell’uomo sono scappati da un’abitazione poco distante dal luogo in cui è avvenuta la fatale aggressione. A tal proposito, sconvolta dal dolore, la giovane non ha neanche chiesto a quale razza appartenessero i cani che hanno ucciso suo fratello. “Non so nemmeno di che razza fossero, né se fossero così aggressivi. So solo che non ho più mio fratello, non ci posso neanche pensare”.

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