Don Franco Marin, parroco di Torreglia, cittadina dove vivono i genitori di Filippo Turetta, ha reso noto al Corriere della Sera tutto il rammarico della famiglia.
Era fine novembre quando la giovane Giulia Cecchettin era scomparsa improvvisamente insieme al suo ex fidanzato, Filippo Turetta. Dopo circa una settimana, la terribile notizia. Quella che nessuno avrebbe mai voluto sentire o leggere. Giulia è stata uccisa, ritrovata morta nei pressi di un lago e, da quel momento, del giovane si sono ulteriormente perse le tracce. Fino al giorno in cui è stato arrestato in Germania. Ad ogni modo, la 22enne è stata uccisa da colui che decantava tutto il suo amore per lei, lo stesso che si è rivelato essere il suo peggior nemico. Oggi, ancora una volta, dopo la terribile vicenda, l’attenzione è caduta nuovamente sui genitori del ragazzo che attualmente è in carcere a Verona.
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Omicidio Giulia Cecchettin, le parole dei genitori del 22enne: “Gli staremo vicino in tutti i suoi passi”
A rendere noto tutto il rammarico dei genitori di Filippo Turetta è stato Don Franco Marin, parroco di Torreglia, al Corriere della Sera:
“La nostra è una ferita aperta, che si è ricomposta solo in parte. Gli staremo vicini in tutti i suoi passi. Abbiamo capito che è il nostro posto”.
Diverse volte Nicola Turetta ed Elisabetta Martini hanno raggiunto il carcere per andare a far visita al figlio, fermato lo scorso 25 novembre:
“Filippo ha ancora una lunga strada da fare per la consapevolezza, siamo ben lontani, ci saremo fino a che servirà. Hanno un enorme senso di colpa. Che si scaraventa addosso alla loro fragilità umana che in fondo è quella di tutti”.
Ad ogni modo, stanno proseguendo le indagini e, a metà gennaio, infatti, hanno avuto luogo altre due perizie sul cellulare trovato nella Fiat del 22enne. All’interno del veicolo è stata trovata una notevole quantità di sangue sul sedile posteriore e sui due coltelli utilizzati per uccidere Giulia. Tutto ciò, per il ragazzo, potrebbe esserci l’aggravante della premeditazione, oltre alla crudeltà, in caso di condanna che potrebbe costargli anche l’ergastolo.