I fatti avvenuti in una scuola elementare di Biccari, nel Foggiano, si sarebbero potuti trasformare in un’immane tragedia, che è stata evitata solo grazie al sangue freddo di alcune maestre. Una bimba di 6 anni, infatti, in seguito a una crisi epilettica si è accasciata al suolo e a causa del ritardo dell’ambulanza, il 118 ha spiegato le operazioni da compiere alle maestre che hanno salvato la piccola.

Maestre salvano una bimba di 6 anni: la ricostruzione

Tutto è iniziato alle prime ore di lezione di un normale giorno scolastico in una scuola del Foggiano. A un tratto però, la bimba di 6 anni durante la lezione si è alzata in piedi, avvertendo la maestra di avere “mal di pancia”. Convinta che non si trattasse di nulla di serio, la docente ha consigliato alla piccola di andare in bagno. L’alunna però, subito dopo ha iniziato ad avere le convulsioni ed è caduta a terra priva di sensi. Immediatamente le maestre hanno allertato il pronto soccorso, ma l’ambulanza più vicina era a 20 chilometri e soprattutto era sprovvista di medico a bordo. L’unica speranza per la bimba di essere salvata, dunque, erano le maestre stesse, a cui il 118 ha spiegato quali erano le manovre corrette da eseguire.

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Le parole dei protagonisti della vicenda

Le maestre, con sangue freddo, hanno eseguito alla perfezione ogni operazione richiesta dal 118 e sono riuscite a tenere in vita la bimba fino all’arrivo dei soccorsi. A tal proposito, una delle protagoniste della vicenda ha dichiarato. “Sono stati momenti concitati, difficili ma abbiamo cercato di mantenere la calma. Abbiamo seguito con precisione tutto quello che la dottoressa della centrale operativa del 118 ci consigliava di fare”.

Dopo che la bimba è stata dichiarata fuori pericolo, anche il direttore della centrale operativa del 118, Stefano Colelli si è voluto congratulare con le maestre che hanno salvato la bimba. “Se tutta la procedura precedente non fosse stata eseguita correttamente è quasi certo che la piccola non avrebbe superato la crisi. È una bella storia di sanità. Se non ci fosse stata collaborazione, la bambina sarebbe morta”.

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