Nuovi dettagli emergono dal caso di cronaca internazionale del momento: la fattoria in cui ha vissuto Alex Batty e il comunicato di dolore della famiglia che lo ha cresciuto in questi anni
Il bambino scomparso nel 2017 in Spagna, Alex Batty, sarà rimpatriato nel Regno Unito molto presto, il suo caso ha sconvolto il mondo intero: ma cosa sappiamo di lui, dove ha vissuto in questi sei anni, dove si trova la fattoria e soprattutto in quale tipo di setta sarebbe stato coinvolto? Che ruolo ha avuto la mamma in tutto ciò? Sono tante le domande che avvolgono il mistero dell’oggi 17enne: si è recato da solo presso la stazione di polizia francese per denunciare quanto gli è accaduto in questi lunghi sei anni.
In queste ore si attende l’arrivo della nonna, come riferisce “La Depeche”, il quotidiano francese. “Aspettiamo di metterci d’accordo con i britannici per il rimpatrio”, ha aggiunto il procuratore della Repubblica di Tolosa, Samuel Vuelta-Simon. Alex oggi ha 17 anni ed è finalmente “al sicuro. È stato preso in carica dall’assistenza sociale”. E mentre le autorità francesi si accordano con quelle inglesi affinché avvenga il rimpatrio, i quotidiani di Francia e Inghilterra cercano di ricostruire nei dettagli cosa sia accaduto al piccolo dal 2011. Il Mail Online ha ricollegato il puzzle dal 2021, ovvero da quando Alex ha raggiunto la remota Gite de la Bastide, a Sud Est del Paese, insieme al nonno e alla mamma.
Come e dove ha vissuto Alex Batty: la setta spirituale
La famiglia cercava un riparo dopo essere fuggiti con l’inganno dalla nonna di Alex, a Oldham. Nonna Susan è ancora oggi il tutore del minorenne. Dalla descrizione fatta negli scorsi giorni, emergeva il profilo di una mamma intenta a “rapire” il piccolo grazie alla complicità del nonno. Lo volevano portare in Marocco in origine, per farlo crescere a loro modo. Ed è un modo eccentrico, singolare, non convenzionale, a cominciare dal rifiuto di mandarlo ad istruirsi in una scuola. Si è parlato anche di setta spirituale, rintracciata dalla mamma. La stessa genitrice, in realtà, in quel 2021 non rimase con il piccolo, ma partì proprio alla ricerca di un gruppo a cui affidarsi. Nel frattempo il nonno di Alex era stato assunto come tuttofare: lavorava in cambio di vitto e alloggio per sé stesso e per il nipote.
Alla fine la genitrice fece la conoscenza dei proprietari del Gite, Frederic Hambye e Ingrid Beauve. La coppia prese Alex sotto la propria protezione e il ragazzino, intanto cresciuto col passare degli anni, era diventato un “membro della famiglia”. Nelle stagioni calde, Alex veniva portato in gita alla spiaggia e in riva al fiume. Quindi passava mesi con la nuova famiglia e altro tempo con la mamma (che vedeva anche tutte le domeniche, in occasione dei mercati tra le valli dei Pirenei), presso qualche comunità tra i dipartimenti dell’Aude e dell’Ariege dei Pirenei. Il ragazzo poteva avere accesso off limits a tutti i comfort possibili: internet e frigorifero, era tutto a sua disposizione. Emerge il profilo di un giovane intraprendente in cucina, poi dava un contributo anche nel lavoro di giardinaggio.
Il comunicato della coppia francese nella quale ha vissuto il piccolo Alex
Vedeva sua mamma ogni domenica, quando i villaggi si riempivano di bancarelle per i tanti mercati che si tengono tra le valli dei Pirenei. Alex è riuscito a fuggire con l’inganno, lo stesso con il quale fu “rapito” dalla mamma e dal nonno. Avrebbe dovuto rifare la carta d’identità, gli sarebbe servita per avere i requisiti necessari al fine di iscriversi presso una scuola del posto: avrebbe studiato informatica. La coppia francese, i cui nomi sono venuti a galla, Frederic Hambye e Ingrid Beauve, hanno diffuso un lungo comunicato in cui hanno riferito di aver sempre voluto il bene del giovane.
La coppia francese ha detto di averlo trattato da “membro della famiglia” e che avrebbero infine scoperto la sua vera identità e della triste storia del rapimento solo in questi giorni, attraverso le informazioni apprese dai notiziari. Dunque, c’è stato un commosso “addio” con tanto di auguri di “buona fortuna” per il futuro insieme alla sua nonna Susan Caruana, a Oldham, Manchester. “Volevamo aiutarlo (anche se non avevamo la potestà genitoriale poiché la sua famiglia era nella zona) e lo abbiamo incoraggiato a imparare il francese e studiare – si legge nel comunicato -. In particolare, lo abbiamo aiutato a trovare una scuola dove potesse essere ammesso senza alcuna istruzione”.