Non ce l’ha fatta Alberto Re, l’imprenditore Agrigentino è morto a 78 anni, dopo 24 ore di agonia in un letto dell’ospedale San Giovanni Di Dio. L’uomo aveva deciso di farla finita dopo che il Paladino d’Oro- Sport Film Festival, da lui organizzato e giunto alla 43esima edizione, aveva fatto flop.
La ricostruzione dei fatti
Alberto Re, conosciutissimo nella città siciliana, era solito organizzare un festival al teatro Pirandello di Agrigento. Solo che alla prima a teatro non si era presentato nessuno, neanche gli stessi partecipanti. Come se non bastasse nei giorni seguenti l’eco di un flop così grande era giunto sui social e alla stampa locale che aveva fortemente criticato l’imprenditore, tanto da sfociare anche nella mera presa in giro. L’uomo, scioccato dall’onta ha deciso così di farla finita, sparandosi all’interno della sua abitazione. Trasportato d’urgenza all’ospedale più vicino, Alberto Re è morto dopo 24 ore di agonia. Il 78enne però, prima di compiere il gesto estremo ha lasciato una lettera in cui spiegava i motivi della decisione. In particolare, criticava degli articoli di giornale sul suo conto.
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Il messaggio d’addio della famiglia di Alberto Re, morto suicida
La famiglia di Alberto Re, morto venerdì 24 novembre, ha rilasciato un lungo messaggio di cordoglio e di critica per quanto accaduto. “Alberto Re era un uomo prima che un padre, un marito e un nonno, un fratello e uno zio, un suocero, amante della vita, delle belle parole. Non amava infingimenti, ha fatto del garbo il suo stile di vita”.
“Ci teniamo a raccontarlo per quell’uomo che mai si è sottratto alla onestà intellettuale e che sempre ha sorriso alle storture che possono capitare. Fino a qualche giorno fa. Poi l’onta che sale e che scalfisce, che non arretra e che violenta verbalmente una persona, ha consumato il vero danno. Alberto amava scherzare, conosceva la delicatezza della sua amata Agrigento, voleva contribuire ad elevarne il dibattito culturale, non gli è stato concesso, sui social viaggiano sentenze di condanna senza nemmeno il capo di imputazione. Si apra una riflessione su quello che è accaduto. È cruciale evitare il ripetersi di simili vicende, la critica politica e giornalistica legittima ha superato i confini dell’umanità. Tutti coloro che ricoprono ruoli amministrativi devono impegnarsi a prevenire simili disonori”.
