Site icon Chronist

“Un incidente simile a quello di Taricone”: il paracadutista Luca sbaglia manovra e si schianta al suolo: muore a 44 anni

il paracadutista Luca sbaglia manovra e si schianta al suolo nei pressi di Verona

il paracadutista Luca sbaglia manovra e si schianta al suolo: muore a 44 anni

Luca Spiller non poteva essere considerato un esperto paracadutista, ma vantava all’attivo circa 200 lanci. Nel pomeriggio di sabato 14 ottobre si era recato, in compagnia di amici, nell’aeroporto privato di Boscomantico, nei pressi di Verona. Qualcosa però, durante la discesa, non è andato secondo i piani e nonostante un tentato “gancio basso”, si è schiantato al suolo, morendo sul colpo. L’incidente in cui è deceduto il 44enne per modalità e manovre eseguite, ricorda quello in cui perse la vita l’amato personaggio televisivo Pietro Taricone.

La ricostruzione

Secondo le prime ricostruzioni dell’incidente, Luca Spiller accortosi che sarebbe andato fuori pista ha tentato di atterrare su un campo privato adiacente. Tuttavia, l’altitudine troppo bassa a cui volava non gli avrebbe permesso di avere la vela sufficientemente alta per permettergli di effettuare la manovra corretta e atterrare sorretto dal paracadute. Drammaticamente, avendo la vela più bassa del corpo, è precipitato orizzontalmente al suolo, non riuscendo in alcun modo a rallentare la rapida caduta.

Potrebbe interessarti anche: Incidente Mestre, i primi risultati dell’autopsia: “L’autista dell’autobus aveva il cuore sano, nessun malore”. Ipotesi guasto tecnico

La spiegazione dell’incidente in cui è morto Luca Spiller

Marco Tosini, istruttore di Luca Spiller ha tentato di dare una spiegazione alla tragedia che ha colpito il 44enne. “È come se io stessi viaggiando in moto e si presentasse una curva a gomito: so di doverla affrontare a 50 chilometri all’ora, perché se arrivo a 80 non tengo la moto in strada e vado fuori. Lo definirei un errore umano. Ha tentato la cosiddetta manovra del “gancio basso”, che consiste nel ricondurre la vela in verticale portando il corpo sotto per atterrare in piedi, necessita almeno di una cinquantinadi metri dal suolo. Sono cose che si insegnano, che si sanno. Probabilmente una volta andato fuori pista Spiller avrà pensato che siccome non sarebbe mai arrivato dove voleva, doveva provare a tornare indietro. Ma in quei casi bisognatener conto di tante cose, a partire dalla quota alla quale ci si trova”.

Continua a leggere su Chronist.it

Exit mobile version