Alberto Rizzotto, l’autista dell’autobus precipitato lo scorso ottobre a Mestre, non è stato colpito da alcun malore durante gli attimi precedenti all’incidente. A rivelarlo è l’autopsia parziale svolta sulla salma del guidatore. Prende largo, intanto, l’ipotesi di un guasto all’impianto frenante dell’autobus.
Tramontata l’ipotesi del malore
Il drammatico incidente di Mestre, in cui hanno perso la vita 21 persone, non è stato causato da un malore dell’autista, il cuore di Albero Rizzotto era sano. L’esito dell’autopsia, al momento parziale, escluderebbe dunque, tale causa. Tra l’altro, alcune dita delle mani dell’uomo, sono risultate lesionate, sintomo che l’autista ha stretto con forza il volante dell’autobus durante l’impatto.
Potrebbe interessarti anche: Tragedia a Portuense: 59enne cade dal sesto piano mentre pulisce le finestre e muore
L’ipotesi del guasto all’impianto frenante dell’autobus precipitato nell’incidente di Mestre
Si fa largo, dunque, l’ipotesi di un guasto al veicolo, ma non viene ancora scartata la pista del gesto estremo da parte dell’autista. Tuttavia, il fatto che nel video, negli attimi che precedono la caduta, si veda la luce dello stop accendersi, ma che sull’asfalto non ci siano segni evidenti di frenata, fa propendere gli investigatori verso la pista del guasto all’impianto frenante dell’autobus. La procura della Repubblica di Venezia, intanto, ha iscritto sul registro degli indagati 3 persone: Massimo Fiorese di 63 anni, l’amministratore delegato della società “La Linea”, Roberto Di Bussolo, dirigente del settore viabilità e Alberto Cesaro responsabile del Servizio manutenzione del comune di Venezia.