Alice Schembri il 18 maggio 2017 si suicidò ad Agrigento, lanciandosi nel vuoto dalla Rupe Atena. Prima del drammatico gesto, sicura che il suo segreto non sarebbe mai emerso, scrisse un criptico messaggio di addio su Facebbok. Tuttavia, gli inquirenti dopo mesi di indagini riuscirono a mettere le mani su un video che immortalava l’allora 15enne mentre veniva torturata e stuprata da 4 ragazzi. Oggi, a più di 6 anni dalla tragedia, 2 di essi sono stati rinviati a giudizio con l’accusa di violenza sessale e produzione di materiale pedopornografico.

I 4 che la stuprarono non si fermarono neanche davanti ai rifiuti della giovane

A far luce sulla tragica vicenda di Alice Schembri, dopo mesi di indagini, furono i poliziotti della Squadra mobile di Agrigento. Dopo aver scartato la prima pista, riguardante delle sette sataniche, gli inquirenti si imbatterono nel video dello stupro della giovane, a opera di 4 ragazzi. Secondo i pm della Procura di Palermo, i 4 avrebbero abusato delle condizioni di inferiorità fisica e psichica della vittima. Inoltre, non si sarebbero fermati neanche davanti al netto rifiuto della vittima, che più volte nel video pronuncia frasi del tipo: “non voglio”, “mi sento male”, “mi uccido”.

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Il messaggio d’addio di Alice Schembri

Straziante il post che Alice Schembri scrisse su Facebbok pochi istanti prima di farla finita. La 15enne, convinta che nessuno sarebbe mai venuto a conoscenza dei fatti, cripticamente aveva rivelato di non essere più in grado di vivere con “questo segreto”.

Nessuno di voi sa e saprà mai con cosa ho dovuto convivere da un periodo a questa parte. Quello che mi è successo non poteva essere detto, io non potevo e questo segreto dentro di me mi sta divorando. Ho provato a conviverci e in alcuni momenti ci riuscivo così bene che me ne fregavo, ma dimenticarlo mai. Il mio pensiero è sempre lì. Non sono una persona che molla, una persona debole, io sono prepotente, voglio cadere sempre in piedi e voglio sempre averla vinta, ma questa volta non posso lottare, perché non potrò averla vinta mai, come però non posso continuare a vivere così, anzi a fingere così”.

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