Non trova pace Maurizio Baiardi, padre del piccolo di un anno strangolato dalla madre, che soffriva di una forte depressione post-partum: “Non stava bene, ma una simile tragedia era inimmaginabile”

È disperato Maurizio Baiardi, il padre del bimbo di un anno morto dopo essere stato strangolato dalla madre, a Voghera, in provincia di Pavia. La donna, Elisa Roveda, 44 anni, era rimasta da sola in casa con il piccolo: soffriva di una forte depressione post-partum, tanto che i familiari la sorvegliavano costantemente.
Sono morto anch’io. Non potrò mai perdonarmi di essere andato al lavoro, di averla lasciata sola. Non stava bene, ma una simile tragedia era inimmaginabile”, spiega ora il padre, camionista, costretto ad uscire un po’ prima di casa nel giorno della tragedia a causa di un impegno lavorativo.
Sembrava tutto tranquillo. Elisa si è svegliata e mi ha detto di andare, di non preoccuparmi, di sentirsi meglio“.
Poi, improvvisamente la tragedia. In preda a un raptus, la 44enne ha strangolato il piccolo.
poco dopo, è arrivata la nonna Angela, che ha immediatamente allertato i soccorsi, dopo aver sentito al citofono la voce della figlia che, sconvolta, le ripeteva: “Non apro, è successa una cosa terribile. Vai via

Il padre della donna: “Mia figlia aveva paura di tutto, ma il bambino non lo doveva toccare”

A turno, la zia e la nonna del piccolo si recavano a casa di Elisa, che non era in grado neppure di preparare i pasti. Tuttavia, nella mattinata di ieri, la 44enne di Voghera è rimasta da sola in casa: una mezz’ora è stata sufficiente per far sì che accadesse il dramma.
Secondo le testimonianze, la coppia aveva cercato di avere un figlio per 5 anni: quando finalmente il piccolo è venuto alla luce, la donna ha iniziato a star male.
Aveva paura di tutto” – spiega il padre della donna di Voghera, il signor Marco, distrutto per la scomparsa del bimbo e per l’orribile gesto della figlia.
Diceva di sentirsi stanca, non voleva più guidare, non voleva più uscire di casa, non sopportava che il bambino piangesse. È stata visitata più volte dei medici, era in cura per la depressione: due settimane fa, quando l’ho vista per l’ultima volta, sembrava in ripresa. Ho sperato che guarisse, invece no: il bambino però non lo doveva toccare, adesso tutto è finito anche per lei.“.

La madre del bimbo non è ancora pronta per essere interrogata

In questo momento, Elisa Roveda è ora tenuta sotto controllo costante nel reparto di psichiatria del Policlinico San Matteo di Pavia.
Secondo il sostituto procuratore Paolo Mazza, non è stato ancora possibile interrogarla per formalizzare l’arresto e l’imputazione di omicidio volontario.
Infatti, la 44enne si trova in stato di choc, è sedata e dopo la confessione si è completamente chiusa nel silenzio.
Dopo la maternità aveva cominciato a mostrare i segni di una profonda sofferenza psichica.
Tuttavia, era tornata a lavorare part-time nello studio di commercialisti in cui era assunta, ma da giugno un peggioramento l’aveva costretta ad entrare in malattia a ad iniziare le cure farmacologiche.

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Che cos’è la depressione post-partum?

La depressione post-partum è una malattia dell’anima che colpisce il 10-15% circa delle neomamme, caratterizzata da incapacità di guardare avanti per progettare il futuro, l’assenza di energie, l’umore che crolla e non sa risollevarsi, il senso di impotenza e di solitudine che porta a chiudersi senza riuscire a chiedere aiuto” – spiega il professor Enrico Zanalda, presidente della Società italiana di psichiatria forense (Sipf).
Una sintomatologia che si presenta generalmente più acuta al risveglio, quando si avverte il contrasto tra un altro giorno che inizia e uno stato interiore cristallizzato sulla negatività e sulla convinzione di non poter vivere una nuova giornata”.
Oltre all’umore, i sintomi della depressione post-partum sono rappresentati da ansia, nervosismo, tristezza ingiustificata, irritabilità, pianto improvviso e immotivato.
Inoltre, chi soffre di questa patologia ha difficoltà nel concentrarsi e nel dormire.

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