Bufera per le parole di Salvatore Parolisi, in carcere da 12 anni per aver ucciso sua moglie Melania Rea, il 18 aprile 2011. “Melania era bellissima, Ludovica una scappatella”. La rabbia del fratello della vittima

Mi hanno dato 12 ore di m**** di permesso dopo 12 anni. Qui c’è di peggio: ci sono i pluriomicidi che dopo 6 anni escono” – dice quasi infastidito Salvatore Parolisi, uscito momentaneamente dal carcere di Bollate, a Milano, dove è rinchiuso dopo la condanna per l’omicidio della moglie Melania Rea, avvenuto il 18 aprile del 2011.
Intercettato dalla trasmissione di Rai 3 “Chi l’ha visto?“, l’uomo ha rilasciato alcune dichiarazioni che stanno facendo molto discutere nelle ultime ore.

“Non ho ucciso Melania, ma non era la prima volta che la tradivo”

Parolisi si presenta davanti alle telecamere in camicia bianca, jeans e occhiali da sole: sembra molto disinvolto, senza rimorsi. E parla con la giornalista in tono confidenziale, senza filtri.
Se ne andava, non voleva… non vivevamo bene. Litigi al telefono: non l’avrei mai tradita a Melania” dice alla giornalista. “Lei (Melania, ndr.) era bellissima, Ludovica una scappatella“, afferma Parolisi, riferendosi all’amante con cui tradiva sua moglie.
Non era la prima volta che la tradivo, ho avuto una storia di 4 anni con una francese, sembrava uscita dalla televisione per quanto era bella, ma non l’ho scelta, perché amavo Melania.”
Quando ti metti in una situazione del genere e uno ti dice ‘ti amo’, sapendo che una parte ti manca.. che fai?“, domanda in maniera retorica.
A quel punto la giornalista di “Chi l’ha visto?” lo spiazza, dicendo: “Però non l’ammazzi?!”
Macchè ammazzi!” – risponde stizzito. “Ma che me ne frega a me di Ludovica? Sai quante palle le ho raccontato? Le dicevo che avrei divorziato per togliermela dai cogl**ni. Melania l’aveva scoperto quindi ha chiamato lei a Ludovica” – si giustifica l’ex militare.

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Parolisi: “Mi mancano 4 anni, ma la mia vita è finita”

“Io sono stato un pezzo di m****, ma voi giornalisti dei vigliacchi“, conclude Parolisi in merito al triangolo amoroso.
Successivamente, il 42enne accusato dell’omicidio di Melania Rea ha parlato anche del suo futuro, dato che tra 4 anni finirà di scontare la sua pena.
Inoltre, dopo aver scontato 12 anni di carcere, potrà ora usufruire dei permessi giornalieri.
Potevo uscire 4 anni fa. Mi mancano ancora 4 anni, ma la mia vita è finita. Anche se trovassi un lavoro il mio nome ormai lo sanno tutti, porto 800 euro a casa e poi? Quando sentono il mio nome e cognome, scappano, fanno il deserto“, ha dichiarato l’ex Caporalmaggiore dell’esercito.

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La rabbia della famiglia di Melania: “Parolisi on l’ha mai amata”

Dopo aver ascoltato l’intervista rilasciata al programma condotto da Federica Sciarelli, è arrivata la replica dei familiari di Melania Rea. Collegato telefonicamente, il fratello della vittima, infuriato per le parole appena sentite dice: «Uno che è stato condannato in terzo grado, ha già permessi di 12 ore e fra 4 anni sarà libero? Lui non ha mai amato Melania, non c’era neanche alla nascita di sua figlia».
Intanto, i familiari di Melania continuano a combattere contro la possibilità che Parolisi possa ottenere uno sconto di pena o permessi premio.

Carmela Rea, per tutti Melania, uccisa a coltellate dal marito Salvatore Parolisi

La ricostruzione dell’omicidio: com’è morta Melania Rea?

La vicenda inizia il 18 aprile del 2011, a Colle San Marco, in provincia di Ascoli Piceno: Carmela Rea, per tutti Melania, 29 anni, originaria di Somma Vesuviana, madre di una bambina di appena 18 mesi, sparisce nel nulla.
A denunciare la scomparsa è proprio il marito Salvatore Parolisi, Caporalmaggiore dell’esercito, allora 30enne. Due giorni dopo, una telefonata anonima alle forze dell’ordine rivela di aver trovato il cadavere di una donna, nel bosco delle casermette a Ripe di Civitella. 
Si tratta di Melania, sfigurata, seminuda, colpita da 35 coltellate.
Il primo indiziato del delitto è proprio il marito della vittima, che nega ogni cosa, anche di avere una relazione extraconiugale. Tuttavia, le indagini portano all’arresto dell’uomo, che, secondo l’accusa, ha accoltellato la moglie alle spalle “in un dolo d’impeto“, mentre cercava di fuggire senza successo.
Il 19 luglio dello stesso anno, Salvatore Parolisi viene arrestato e si chiude nel silenzio: non confesserà mai l’omicidio. Anzi, nei diversi interrogatori, si avvale continuamente della facoltà di non rispondere.
Intanto, la famiglia Rea chiede e ottiene l’affidamento della piccola Vittoria.
Così, il Gup dà l’ok immediato: il 19 ottobre 2011 inizia il processo che porterà l’assassino all’ergastolo.
In corte d’Appello, la pena viene ridotta a 30 anni. Infine, in Cassazione, a 20 anni.
Oggi, 12 anni dopo quel terribile omicidio, Salvatore Parolisi è tornato a parlare e a far parlare di sé.

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