Tutto ebbe inizio da un sequestro di 28 chili di cocaina nel gennaio del 2020. Da ciò, in seguito a intercettazioni è scattata un’inchiesta su un appalto irregolare di mascherine da fornire all’Ausl di Romagna. In manette sono finiti Marcello Minenna, ex dg dell’Agenzia Dogane e Gianluca Pini, ex parlamentare leghista.
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L’inchiesta per l’appalto di mascherine per l’Ausl di Romagna ha portato alla messa in fermo dei 2
I due sono attualmente ai domiciliari. Secondo l’accusa Pini avrebbe ottenuto dall’Ausl di Romagna, un appalto milionario per la fornitura di mascherine, pur non avendo nessuna specifica attitudine aziendale. Sarebbero addirittura 63 i milioni posti sotto sequestro.
Secondo la procura di Forlì, Pini aveva promesso a Minenna di “accreditarlo all’interno della Lega in modo che venisse considerato un uomo di quel partito e gli prometteva la conferma della nomina a Dg dell’Agenzia delle Dogane a seguito del cambio del governo, che effettivamente otteneva”.
Di contro, Minenna “accettava le promesse in cambio dell’asservimento della sua funzione pubblica, in particolare alle richieste di Pini in occasione di importazione di merci, fra cui le mascherine al centro dell’inchiesta, che provenivano dalla Cina e quindi dovevano passare dai controlli doganali”.
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Tutto ebbe inizio da un sequestro di 28 chili di cocaina provenienti dal Belgio
L’inchiesta prese piede a partire dal sequestro di un camion proveniente dal Belgio con all’interno 28 chili di cocaina. In seguito a intercettazioni, si scoprì che dietro il traffico di stupefacenti c’era un imprenditore di Forlì. Nel proseguo delle indagini però venne aperta anche un’inchiesta sull’appalto di mascherine che ha portato all’arresto di Minenna e Pini. I 2 sono accusati di aver creato un vero. E proprio “pactum sceleris” atto a lucrare sulla disgrazia del Covid 19.