Nel napoletano, sono finiti in manette padre e figlio che a gennaio scorso hanno minacciato degli agenti intervenuti per interrompere un concerto neomelodico abusivo. Accusati di resistenza e minacce aggravate dal metodo mafioso, dovranno ora risponderne in tribunale.

Nel gennaio scorso padre e figlio avevano minacciato degli agenti di polizia, “rei” di voler interrompere un concerto neomelodico abusivo

Secondo le ricostruzioni delle forze dell’ordine, il 31 gennaio scorso una pattuglia della polizia, durante un giro di perlustrazione tra le palazzine del Rione Traiano, nella periferia ovest di Napoli, si è imbattuta in un concerto neomelodico abusivo. Dopo aver constatato che si trattava di festeggiamenti per il compleanno di un parente di un capoclan e che le autorizzazioni per l’esibizione canora erano assenti, gli agenti hanno chiesto di fermare la musica. Tuttavia, in seguito a tale richiesta, sono stati minacciati da 2 uomini. Solo in seguito all’intervento dei rinforzi, la polizia è riuscita a far tornare la situazione sotto controllo.

In seguito alle indagini i 2 sono stati identificati e arrestati

A distanza di tempo, durante il corso delle indagini in merito all’accaduto, i due che hanno minacciato le forze dell’ordine sono stati identificati e posti in stato di fermo. Angelo Sansò di 55 anni e Paolo Sansò di 25, rispettivamente padre e figlio, non sarebbero affiliati. Tuttavia graviterebbero nell’orbita di un clan con sede nel quartiere popolare Soccavo.

Padre e figlio sono stati arrestati con l’accusa di: resistenza e minacce aggravate dal metodo mafioso nei confronti di pubblico ufficiale

Per padre e figlio, il gip del Tribunale di Napoli ha emesso il provvedimento di misura cautelare in carcere, eseguito nella mattinata di ieri. Angelo e Paolo Sansò sono così finiti in manette con l’accusa di resistenza e minacce aggravate dal metodo mafioso nei confronti di pubblico ufficiale.

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