Il 18enne Edoardo Zattin è scomparso lo scorso 24 febbraio dopo un allenamento nella sua palestra di Monselice: l’autopsia aveva dimostrato che il giovane pugile era stato ucciso da un pugno alla testa. Il padre si sfoga: “Sconvolgente per noi genitori non sapere ancora cosa sia successo”
È un duro sfogo quello del padre di Edoardo Zattin, il giovane pugile 18enne morto dopo un allenamento presso la palestra Iron Dojo di Monselice.
Il 18enne, come confermato dall’autopsia, sarebbe scomparso a causa di un pugno che avrebbe determinato uno spostamento dell’encefalo, che hanno causato delle microlesioni nella parte destra della massa encefalica.
“È sconvolgente che a distanza di oltre due mesi noi genitori ancora non sappiamo che cosa sia accaduto di preciso a nostro figlio. È altrettanto sconvolgente l’omertà che si è creata in merito alla morte di Edoardo. La nostra speranza è che si faccia chiarezza ed emerga la verità“.
Ha dichiarato Enrico Zattin, padre della vittima.
Intanto, la Procura ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo: ma per il momento non è chiaro cosa sia accaduto davvero quella sera in palestra.
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La versione dell’allenatore: secondo il padre si tratta di omertà
“Quella sera Edoardo è entrato in palestra vivo ed è uscito in fin di vita a causa di un violentissimo colpo subito al capo, che ha causato la frattura parietale lato sinistro con conseguente emorragia che, nonostante l’intervento chirurgico, ha portato alla morte.
Questo è quanto ci hanno riferito i medici dell’ospedale sin dal primo momento, la sera stessa, escludendo patologie o cause naturali”.
Ha proseguito il padre di Edoardo Zattin. Infatti, i familiari riferiscono che il 18enne era un ragazzo in perfetta forma.
Quel maledetto giorno di quasi tre mesi fa, il giovane pugile aveva saluto la mamma prima di recarsi in palestra per il consueto allenamento, intorno alle 18:50, come aveva scritto anche alla fidanzata.
Poi, alle 20:18, la telefonata al 118 da parte dei responsabili del centro sportivo, che allertano i soccorsi dicendo che Edoardo ha accusato un malore.
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Ma papà Enrico non si dà pace e vuole vederci chiaro: intende capire cos’è successo esattamente in quell’ora e mezza che ha determinato la morte di Edoardo.
L’allenamento di sparring non prevedeva alcun contatto e il suo allenatore Simone Lazzarin ha da subito riferito che il ragazzo non è stato colpito da nessuno.
“Edoardo non ha preso colpi durante l’allenamento, eravamo presenti e ce ne saremo accorti“.
Anche i due istruttori, interrogati dopo la morte dello studente, hanno confermato questa versione ai carabinieri della stazione di Monselice. Tuttavia, Enrico non ci crede e parla di omertà.
Infatti, l’esame autoptico ha evidenziato che Edoardo ha effettivamente ricevuto un colpo in testa, un pugno violentissimo sull’orecchio sinistro, che ha provocato una frattura cranica e un’emorragia venosa con lenta fuoriuscita di sangue.
Nonostante il disperato intervento chirurgico per cercare di di salvare la vita al 18enne, Edoardo Zattin è morto poco meno di due giorni dopo.
Il padre ora pretende giustizia per una morte così assurda e ingiusta.
