La difesa di Giovanni Padovano, sotto accusa per il delitto di Alessandra Matteuzzi, ha chiamato a testimoniare Maria De Filippi.
L’ex calciatore e modello ventisettenne che lo scorso 23 agosto 2022 ha ucciso la sua ex fidanzata Alessandra Matteuzzi dovrà rispondere all’accusa di omicidio aggravato da futili motivi, premeditazione e relazione affettiva.
Gabriele Bordoni, avvocato difensore di Padovano, ha inserito la nota conduttrice nella lista dei testimoni poiché il suo assistito avrebbe, nei giorni precedenti l’omicidio, avuto contatti con la direzione del programma televisivo “Uomini e donne”. Fino al pomeriggio stesso dell’omicidio, il ventisettenne avrebbe telefonato alla trasmissione «per dare la disponibilità a partecipare alla preselezione».
I contatti tra Padovano e la redazione di uomini e donne potrebbero scagionare l’ex calciatore dall’accusa di premeditazione
Secondo la difesa, tale azione dimostrerebbe che Padovano non aveva premeditato l’omicidio della ex fidanzata, poiché aveva programmi personali per l’immediato futuro. L’avvocato non avendo avuto un riscontro dei contatti da parte della trasmissione, ha scelto di inserire nella lista dei testimoni la conduttrice stessa, che potrebbe dunque essere chiamata a presenziare il 3 maggio davanti alla corte di assise di Bologna.
Tra i testimoni scelti dalla difesa della vittima, ci sarebbero invece, oltre ai colleghi di lei, compagni di squadra di lui, amici e familiari, anche sei donne che potrebbero aver avuto relazioni sentimentali con l’imputato. Infine, l’avvocato dell’ex calciatore ha chiesto un accertamento sulla capacità di intendere e di volere dell’imputato e delle sue effettive capacità di prendere parte al processo. Richieste che secondo i difensori della vittima risultano infondate: «Prendiamo atto della richiesta di perizia psichiatrica proposta dalla difesa, nei confronti di Giovanni Padovani: trattasi di attività che ci attendevamo ancorché, a nostro avviso, non vi sia agli atti alcun elemento che possa far dubitare della capacità di intendere e di volere dell’imputato, tanto meno della capacità di stare nel processo. Comprendiamo le esigenze della difesa e il desiderio di difendere comunque in ogni modo Padovani, pure con richieste infondate».