Roberta Siracusa, la 17enne uccisa a Caccamo la notte tra il 23 e il 24 gennaio 2021, ha inviato diversi messaggi ad un amico 4 giorni prima essere uccisa, in cui si evidenzia la paura della ragazza nei confronti dell’allora fidanzato Pietro Morreale.
“È un bastardo, ho paura, non lo lascerò mai, mi ammazzerà”. Questo e molti altri i messaggi emergono dalle 138 pagine con cui la seconda sezione della Corte d’Assise, presieduta da Vincenzo Terranova, motiva la condanna all’ergastolo proprio di Morreale, unico imputato per il delitto della 17enne colpita con un sasso al volto e poi data alle fiamme.
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I messaggi di Roberta Siracusa uccisa dal fidanzato: “Ha aperto il cofano e ha preso una corda e degli attrezzi per ammazzarmi”
Nei messaggi che Roberta ha inviato al suo amico si capisce benissimo che la ragazza era già stata vittima di violenza:
“Voleva ammazzarmi, ha aperto il cofano e ha preso una corda e degli attrezzi e mi veniva contro, mi sento male – si legge – per farlo calmare gli ho dovuto dire che lo amo, che non lo lascerò mai, mi sono sentita morire”
Ed ancora: “Se lo lascio non posso fare neanche più una passeggiata da sola, mi ammazzerà… Se devo lasciarlo devo farlo davanti ai miei, perché se lo faccio quando siamo soli mi ammazza davvero…”.
Roberta racconta all’amico le violenze subite “33 volte nell’arco di un anno”, come scrive la Corte d’Assise nelle motivazioni della sentenza. E, spesso, avrebbe inviato anche delle fotografie a testimonianza.
Secondo quanto si legge nelle motivazioni della sentenza, per quanto riguarda l’ergastolo a Pietro Morreale, Roberta fu colpita e tramortita prima di essere bruciata viva. A testimonianza dei fatti, le telecamere di un locale vicino al campetto sportivo di Caccamo.
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