La Corte di Cassazione ha condannato una donna di Pavia per aver abusato di sua figlia per 9 lunghi anni, sin quando la piccola aveva soltanto 4 anni.
Ma la scabrosa vicenda non finisce qui: infatti, secondo l’accusa, la madre della piccola avrebbe fatto partecipare agli abusi anche due uomini, il vicino di casa e il fratello di quest’ultimo.
I due uomini erano già stati condannati in via definitiva: uno dei due, nel 2019, condannato a due anni di carcere, aveva deciso di patteggiare, riuscendo così a non scontare la pena.
Mentre l’altro, grazie al rito abbreviato chiesto nel 2015, è stato condannato a 5 anni di detenzione.
In questi giorni, la Corte di Cassazione ha espresso il suo giudizio anche in merito alla posizione della mamma della piccola bambina abusata.
La donna, difesa dagli avvocati Antonella Achilli e Antonio Mariotti, ha sempre professato la sua innocenza, così il processo è andato per le lunghe. La donna non accettava l’accusa di aver partecipato attivamente agli abusi nei confronti di sua figlia.

Pavia, soltanto 7 anni per la mamma che costringeva sua figlia agli abusi: decisivo il racconto della bimba
Dunque, la Corte di Cassazione ha confermato la sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Milano lo scorso luglio. La mamma della piccola abusata è stata condannata a 7 anni di reclusione.
La bambina, ora adolescente, dapprima aveva raccontato tutta la storia a una sua amica. La ragazza ha poi deciso di rivolgersi alla nuova compagna del padre, che ha così deciso di denunciare l’accaduto, mandando così a processo la donna e i due uomini.
Tuttavia, ciò che sta facendo discutere è il tipo di pena inflitto ai colpevoli.

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