In pochi istanti si è passati dalle minacce verbali ai dati di fatto nel comune di Arzano, in provincia di Napoli. Protagonista, in negativo, della vicenda, un uomo che si è visto negare la possibilità di usufruire del reddito di cittadinanza.

Niente reddito di cittadinanza, un uomo distrugge i vetri degli uffici del comune di Arzano: la ricostruzione, chi è l’aggressore

I fatti risalgono allo scorso venerdì 28 ottobre. P. D., le iniziali del responsabile dell’aggressione avvenuta nella sede degli uffici dell’anagrafe di via Pecchia, si è reso conto di non poter presentare l’istanza di reddito di cittadinanza per una problematica sopraggiunta sui suoi personali dati anagrafici. La situazione è precipitata in pochi secondi, quando l’uomo è passato all’azione scagliando una sedia contro i vetri che separano i dipendenti statali dai cittadini.

Secondo alcune testimonianze sul posto, l’uomo se l’era presa anche con le persone presenti, probabilmente intervenuti per calmare l’aggressore. Una volta giunta sul posto la polizia municipale, l’aggressore ha cercato di allontanarsi ma è stato comunque fermato dalle forze dell’ordine dirette dal comandante Biagio Chiariello. L’uomo è stato poi trasportato in ospedale per accertamenti, dove gli sono stati diagnosticati problemi sanitari. In un secondo momento è stato denunciato con rapporto inviato alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Napoli Nord.

Vedi anche: Istat: “il reddito di cittadinanza ha evitato la povertà a 1 milione di persone”

Reddito di cittadinanza: cos’è, requisiti, online, pagamento, INPS, pensione di cittadinanza, Meloni, importo, ultima ora

Il reddito di cittadinanza è una misura politica di contrasto alla povertà e associata ad un percorso di reinserimento lavorativo e sociale del cittadino. Il sussidio dura 18 mesi – rinnovabili – e implica la disponibilità immediata a lavorare o a seguire percorsi formativi. Chi è incapace di lavorare e di essere formato, viene indirizzato ai servizi sociali. I requisiti per ottenere il Rdc sono legati innanzitutto a cittadinanza e residenza. Per ottenere il sussidio è necessario presentare nuovo Isee rispetto a quello mostrato in precedenza; occorre essere cittadini italiani o europei ed essere residenti in Italia da almeno 10 anni (gli ultimi 2 in modo continuativo).

Inoltre: l’Isee deve essere inferiore a 9,360 euro; il patrimonio immobiliare differente dalla casa di abitazione non deve eccedere il valore di 30mila euro; il patrimonio mobiliare deve essere inferiore ai 6mila euro, accresciuto di 2.000 euro per ogni componente del nucleo familiare successivo al primo fino a un massimo di 10.000 euro, incrementato di ulteriori 1.000 per ogni figlio successivo al secondo, incrementati di ulteriori 5.000 euro per ogni componente del nucleo con disabilità; il valore del reddito familiare deve essere inferiore a 6mila euro l’anno moltiplicata per il parametro della scala di equivalenza indicata al comma 5 del Decreto:

  • Pari a 1 per il primo componente del nucleo
  • Incrementato di 0,4 per ogni ulteriore componente di età maggiore di 18 anni
  • Incrementato di 0,2 per ogni ulteriore componente minorenne, fino a un massimo di 2,1.

L’importo è differente di caso in caso e le variabili sono date da numerosi parametri. Tra gli esempi suggeriti dal Governo, una persona che vive da sola avrà fino a 780 euro mensili; per le famiglie composte da due adulti e un figlio maggiorenne o due minorenni, fino a 1.330 euro al mese.

Per tutte le informazioni e per richiedere online il Reddito di cittadinanza, si può accedere direttamente al sito del Governo.

Pensione di cittadinanza

Il Rdc non va confuso con la pensione di cittadinanza. Sono due misure introdotte dal decreto legge 4/2019, entrambi con l’obiettivo di contrastare la povertà. La pensione di cittadinanza diventa tale quando il percettore ha almeno 67 anni, tuttavia in questo caso la misura non prevede scopi di reinserimenti nel mondo del lavoro. La pensione di cittadinanza non necessita di rinnovo da parte del percipiente.

Si è appena insediato il Governo Meloni in parlamento e l’obiettivo non è quello di annientare la misura, quanto di modificarla. L’ultima proposta di Salvini è quella di “tagliare 1 miliardo al rdc e usarlo per quota 102”.

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