Non solo botte contro i piccoli con urla, sculacciate e strattonamenti, ma per la maestra d’asilo anche le istigazioni alla violenza tra alunni erano all’ordine del giorno. Si tratta delle contestazioni mosse contro una docente di una scuola dell’infanzia di Isernia. La donna ha ricevuto una misura cautelare disposta dal gip ed eseguita dai carabinieri dopo un’indagine coordinata dal Procuratore Carlo Fucci. La donna è stata sospesa e non potrà insegnare per quattro mesi.
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Le botte della maestra d’asilo verso un bimbo di 4 anni: come sono andate le cose, le registrazioni dei carabinieri
Dopo la denuncia di una delle mamme delle vittime è scattata l’inchiesta. La donna aveva notato un comportamento diverso dal solito nel suo bambino: aveva “crisi di pianto, incubi notturni, stati di paura che lo facevano svegliare dal sonno urlando e piangendo”. Inoltre il piccolo aveva raccontato al genitore che “la maestra, quando stava a scuola, lo picchiava”, secondo quanto reso noto durante la conferenza stampa da parte del Procuratore Carlo Fucci e del Colonnello dei Carabinieri del Comando Provinciale di Isernia.
La donna ha deciso di sporgere denuncia dopo aver assistito in prima persona ai maltrattamenti nei confronti del figlio che l’insegnante avrebbe rincorso più volte tra i banchi per poi metterlo a testa in giù, una volta afferrato, e colpito con uno schiaffetto sul sedere. Dopo la segnalazione i carabinieri hanno piazzato alcune telecamere nascoste e hanno scoperto “atteggiamenti che travalicavano i normali metodi di correzioni per i bambini piccoli”. Lo ha affermato il Colonnello Maresca.
Le botte verso gli alunni da parte di una maestra d’asilo: ecco cosa gli diceva. Secondo i militari non sarebbero avvenute collisioni tali da temere gravi danni fisici tra i piccoli. Non quanto quelli psicologici che, secondo gli agenti, si misurerebbero non sotto i 40 episodi in cui si culminava in con un prolungato stato di prostrazione della vittima. “Tu non sei un bambino come gli altri – gli diceva – sei un animaletto”. Oltre che invitarlo ad andarsene: “Perché non te ne vai, ma quanto sei brutto”. Ed ancora: “Io ti ammazzo”; “ti prendo per il collo e ti appendo come i polli”. A sconvolgere particolarmente gli agenti sono soprattutto gli episodi in cui l’insegnante incitava gli alunni a picchiarsi tra di loro e quindi “a vendicarsi sul bimbo piccolo che era vivace”.