Mi ha insegnato la vita, questi 13 anni sono stati abbastanza tosti” dice Rosa Maria, la mamma di Federico Carboni, l’uomo che rientra nel primo caso di suicidio assistito in Italia. La donna ha raccontato in un video i 13 anni di sofferenza vissuti affianco al figlio dopo l’incidente. “Sono molto orgogliosa di mio figlio” ha detto.

Sulla scelta di Federico ammette come “in principio sia stata molto dura” da accettare, da madre “ti spacca il cuore”. Tuttavia con il tempo “il dolore e le sofferenze sono aumentate” ed è arrivata a comprendere la decisione, sebbene “abbastanza crudele”.

Pochi giorni prima di morire Federico Carboni, attraverso un video, si è augurato una tempistica meno lunga per “le prossime persone che ripercorrono” questa strada. Perché “20 mesi, per chi sa male e soffre, sono veramente, veramente lunghi”.

Finora Federico era conosciuto con il nome di fantasia “Mario”. Federico Carboni aveva 44 anni ed era di Senigallia, Ancona, tetraplegico, il 17 giugno ha posto fine alle sue sofferenze ricorrendo al suicidio assistito.

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Federico Carboni: chi è, malattia, chi era prima dell’incidente, storia, moglie

Federico Carboni aveva 44 anni e viveva a Senigallia, in provincia di Ancona, insieme alla mamma. Tetraplegico, in seguito a un grave incidente stradale, è morto nella sua stessa abitazione diventando il primo caso di suicidio assistito in Italia.

La sua identità era rimasta nascosta sino ad ora per la sua volontà. È stata l’Associazione Luca Coscioni a rivelare identità e volto di Federico. Coscioni lo ha assistito nella battaglia legale in merito alla raccolta fondi necessaria per l’acquisto del farmaco utilizzato per l’iniezione fatale.

Federico era un camionista prima dell’incidente. Ha raccontato lui stesso la sua tragica storia, ricordando il maledetto giorno di ”quell’ottobre del 2010” quando andò a “sbattere contro un casottino”. Da quel momento ha ammesso di non aver sentito più il corpo “dalle spalle in giù”. Poi si sono aggiunti i dolori. L’uomo non era sposato.