Stupiti o no sappiate, che Carlo Verdone non è ipocondriaco. “Il Covid? Come se neanche lo avessi avuto“, esordisce così Carlo Verdone a casa sua, dopo l’iniziativa del Corriere, che ha intervistato l’attore romano per il secondo appuntamento di “Vent’anni dopo“. Nessun momento migliore di questo per sfatare un grande mito: l’ipocondria di Carlo Verdone.

Carlo Verdone è ipocondriaco?

È una leggenda che va avanti ormai da anni“. Carlo Verdone smentisce chiunque la pensava così: “Non sono ipocondriaco. Zero. Mi metto a studiare privatamente la sera alcune cose“. Tuttavia, ogni tanto “qualcuno mi chiede qualche piccolo parere“, o addirittura “qualche piccola diagnosi“, ma generalmente “li mando dai medici“.

Non sono l’erede di Alberto Sordi

Si passa ai ricordi di “vent’anni fa“. che cadono su una doppia intervista che fece con Sordi in merito al sollecito dell’allora Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi di fare “un film sul Risorgimento per “rilanciare l’identità nazionale”. Quindi l’aggancio legato al fatto di prendere l’eredità nella cinematografia di Sordi.

Un riconoscimento che ha sempre rifiutato l’umile Carlo. Un ruolo ingombrante. “Non mi azzardo a considerarmi minimamente un erede di Alberto Sordi“. Il ricordo più bello del compianto Alberto Sordi? “Quando nacque mia figlia Giulia, venne a cena con Sergio Leone e sua moglie, venne anche Pippo Baudo“. Sordi si presentò “con una bellissima orchidea che regalò a mia moglie per la nascita di Giulia“. Ad oggi l’orchidea “ancora vive“.

Vedi anche: VERDONE E L’INCONTRO CON SORDI IN GIOVENTÙ: “DI QUEL SORDI E DEL CINEMA AVEVO DECISO CHE NON ME NE POTEVA IMPORTARE UN FICO SECCO”

Carlo Verdone bocciato all’esame da papà Mario

Un episodio che è stato fonte di ispirazione in uno dei suoi film. “Grande, grosso e…Verdone“, riguarda il papà Mario. “Mancavano pochi esami alla mia laurea in lettere moderne, mancava proprio storia e critica del film che puta caso era una cattedra che aveva mio padre“.

La sera precedente all’esame, l’attore si raccomandava col papà “dì ai tuoi assistenti di non farmi domande sull’espressionismo…mi chiedessero di Fellini, neorealismo“. Alla fine “non c’era nessun assistente, solo lui. Mi chiamò per primo: Verdone Carlo!“, e tutti dicevano sotto voce “è il figlio, è il figlio“.

Mi interrogò e mi disse ‘mi parli di Pabst, scena muta’. io gli facevo, sottovoce, Fellini, Fellini“, ma niente. Ed ancora: “Mi parli di Carl Theodore Dreyer” proseguiva il papà. Ancora scena muta. E allora “mi parli di Ordet“. Stesso risultato. Così “alla fine mi fa ‘si accomodi, ci rivedremo alla prossima sessione di esame’. La sera s’è preso un ‘vaffa’“.

La mamma di Carlo Verdone

Mia madre è stato il mio angelo custode. Se ho fatto questo lavoro e se stiamo parlando qua adesso lo devo a mia madre. È morta giovane, poverina a 59 anni, è scomparsa per una malattia degenerativa, una di quelle che non auguro a nessuno che distruggono anche le famiglie. Siamo stati molto male, quattro anni“.

Mario Verdone e Rossana, padre e madre di Carlo

Carlo Verdone non si è più sposato dopo aver chiuso con la prima moglie

Dopo la prima moglie, Gianna Scarpelli, non si è più sposato, “però non sono una persona sola, questo è l’importante” ha aggiunto sorridendo.

I personaggi dei film di Verdone: Manuel Fantoni, Furio (che Sergio Leone odiava) e la preferenza tra Mario Brega e la Sora Lella

Dunque l’aggancio ai personaggi iconici delle commedie di Verdone. Si inizia con Borotalco e con un focus su Manuel Fantoni. “Personaggi come Manuel Fantoni sai quanti ne ho conosciuti? Mitomani, megalomani, cazzaroni come diciamo noi. Però prima era più bello, c’era il personaggio. Oggi tendono ad essere tutti ad essere personaggi con il risultato che nessuno lo è . C’è una omologazione: stesso taglio di capelli, stessi tatuaggi, stessi colori, stessi vestiti, non si stagliano“.

Manuel Fantoni, interpretato da Angelo Infanti in Borotalco

Si passa poi a Furio e al fatto che a Sergio Leone non piacesse proprio, “gli dava un enorme fastidio il modo di parlare forbito di Furio. Al montaggio si tappava le orecchie dicendo ‘non lo posso senti’ a questo, sto film non farà ‘na lira sai perché? La gente je vorrà taglia’ la testa con la sega.

Vedi anche: FURIO DI BIANCO, ROSSO E VERDONE NON SAREBBE MAI ESISTITO SENZA SORDI E LA VITTI

Invece una sera “invitò Monica Vitti, con Roberto Russo, Alberto Sordi, c’era anche Falcao“. Terminata la proiezione, il responso di Sordi fu immediato: “Allargò le braccia e disse ‘Carlo vie’ qua, fatte abbraccia. Quel marito. Quel marito, quella poraccia‘”. E quella sera tutti erano d’accordo: “Quella poracccia, quella poraccia…” . “E allora Leone si tranquillizzò un pochino. Pensava magari ‘c’avessero ragione loro…’“.

Furio, interpretato da Carlo Verdone, in Bianco, rosso e Verdone

Gli viene chiesto chi preferisse tra la Sora Lella e Mario Brega e Carlo non ha dubbi: “Sora Lella. Mario Brega era imprevedibile“. E per imprevedibile Carlo intende che “poteva essere buonissimo per cinque minuti poi dopo venti minuti per una cosa si arrabbiava e diceva ‘no, non lo conosco il signor Verdone’“.

Sora Lella è una figura rimasta nel cuore di Carlo, “era l’espressione della saggezza romana, probabilmente rappresenta quella nonna che tutti i ragazzi avrebbero voluto avere e che non esiste più“.

Carlo Verdone sindaco

Il sindaco? “Non mi è mai sfiorata l’idea, ho scelto lo spettacolo“.

Negli ultimi otto anni “Non riuscivo più a camminare

Di recente: “Gli ultimi otto anni sono stati molto difficili per me, non riuscivo più a camminare perché non avevo più cartilagine alle anche fino a quando non ho deciso di operarmi e devo dire che adesso mi sembra ancora un miracolo di camminare e sentire come se avessi 20 anni.

Carlo Verdone e i figli

Giulia e Paolo, i figli di Carlo Verdone

Appurato che Carlo Verdone, pur non essendo ipocondriaco, è comunque una persona ferratissima sulle questioni di salute e, come lui ha ammesso, è una figura molto ricercata tra parenti e amici riguardo i problemi di salute, tuttavia anche lo stesso attore ha dei suoi punti di riferimento quando si tratta di ricevere dei consigli di altro tipo.

E in questo ci sono i sue due figli: “posso dire di esserne molto fiero“. Giulia e Paolo sono due bravi ragazzi, con molta etica, hanno avuto buona educazione. Mia figlia non fa il cinema è nutrizionista, dietologa, mio figlio lavora nelle istituzioni, ha un incarico importante. Li sento spesso per un parere, un consiglio, perché adesso hanno quella maturità che è superiore alla mia certe volte dai questa è la verità” e risate.