Tanti temi trattati nell’ultima intervista rilasciata dall’attrice: la Rinaldi e gli uomini, l’arresto per droga e il ruolo in “Faccione”, del 1991, che non rinnega
Schietta, spontanea, verace, simpatica: Nadia Rinaldi è una delle grandi protagoniste del cinema italiano di trent’anni fa, quando correvano gli anni ’90, decennio al termine del quale conobbe anche la terribile esperienza dell’arresto. Lo stesso periodo in cui pesava molto più degli attuali 66 chili. Ma di rinnegare il passato non se ne parla, come ha spiegato a Libero, quotidiano dove ha rilasciato la sua intervista: “Io devo tanto a quel personaggio. Quando ho esordito ho rotto un po’ gli schemi”. Il suo corpo era motivo di scherno, impunito ma, anzi, motivo di risate. Alla fine, quello che potrebbe essere stato il suo “nemico” nel privato, ha rappresentato la salvezza professionalmente parlando. Lo dice: “Il fisico mi ha aiutato. Ho riportato la normalità in scena. Importante soprattutto se vuoi andare ad affrontare la verità”.
“Io ero la donna giusta per dopo la mezzanotte”
Quel periodo fu comunque sofferto per l’attrice, che veniva considerata “per dopo la mezzanotte”, perché faceva gola a molti uomini per via della sua “carica erotica”. Ma quando si provava a premere il piede sull’acceleratore, aspirando ad un rapporto più serio e intimo, i maschietti si tiravano indietro. “Non andavo bene per essere presentata alla mamma”. Fa il paragone con oggi: “Vedo molti ragazzi secchi secchi con ragazze più basse e cicciotte”. Lei ha rappresentato un modello a cui le persone potevano ispirarsi. “Ho proposto modelli molto vicini alla realtà perché la gente ci si riconosceva”.
Allora era difficile per lei, non c’era assolutamente la sensibilità di oggi. Anzi, una fisicità imponente e importante era lo spunto per irridere il/la malcapitato/a di turno, set o no che fosse. L’accortezza di oggi ci fa vivere in un’altra dimensione. Non prende in considerazione solo le coppiette, ma fa presente anche l’idea dei canoni di bellezza femminili, ben differenti in generale ed “anche nella moda”, dove oggi “c’è più scelta per tutte le taglie”, osserva.
L’arresto per droga
Nell’intervista si tratta anche il delicato tema dell’arresto di fine anni ’90, altra situazione che la fece soffrire non poco.
“Quell’episodio mi ha massacrato la vita. È stata la mia giornata del cog**one. Nella vita capita a tutti, a me è successa a 30 anni per conoscenze e incontri sbagliati. Quella sera mi sono ritrovata in una situazione nella quale non dovevo essere. Tutti poi mi hanno chiuso le porte. La difficoltà è stata tornare a parlare. Con Wikipedia che continua a tenere in primo piano l’incidente giudiziario, riportando solo quello che hanno scritto i giornali. Notizie completamente sbagliate. Ed è rimasto tutto. Mentre a me non è mai stata data la possibilità di dire la mia. Oggi l’ho digerita e questo dolore sta nel bagaglio delle mie emozioni che quando serve uso per interpretare determinati personaggi”.