Amici miei uscì nel 1975 diretto da Mario Monicelli con la regia di Nanni Loy, fu il primo film della saga cinematografica che proseguì sette anni dopo con Amici miei – Atto II° e nell’85 con Amici miei – Atto III°: questo cult della commedia superò il secondo film de “Il padrino” e “Lo squalo”, di Spielberg.
Amici miei meglio de Il padrino e de Lo Squalo
I fatti e i personaggi sono tratti da una realtà. Lo affermò Monicelli nel documentario “Ritratto di mio padre” di Maria Sole Tognazzi uscito nel 2010, anno della morte del regista. Gran parte degli scherzi furono frutto di fatti realmente accaduti, all’epoca ben noti a Firenze.
Il film ebbe enorme successo. Al botteghino trionfò su film del calibro appunto de “Lo squalo”, di Spielberg; “Qualcuno volò sul nido del cuculo”, di Forman; “Il Padrino II”, di Coppola; “I tre giorni del condor”, di Pollack.
L’idea di base era quella di avere nel cast Marcello Mastroianni, che avrebbe interpretato il Conte Mascetti, ruolo poi affidato a Ugo Tognazzi, il quale in origine avrebbe dovuto vestire i panni di Giorgio Perozzi, interpretato poi da Philippe Noiret. In seguito al rifiuto di Mastroianni fu proposto il ruolo a Raimondo Vianello, che rifiutò la parte.
“Gli schiaffi ai passeggeri del treno erano veri, volevano menare tutta la produzione”
La famosa scena degli schiaffi ai passeggeri del treno in partenza da Santa Maria Novella ci regala reazioni reali da parte dei malcapitati viaggiatori, ignari di quel che sarebbe accaduto. Infatti, secondo quanto raccontò proprio il mitico Gaston Moschin, pare che Monicelli avesse detto loro di sporgersi dai finestrini senza spiegargli cosa sarebbe accaduto. “Reagivano come avrebbero reagito nella vita reale”, rivelò l’attore che interpretava l’architetto Melandri. Era tutto talmente reale al punto che, una volta terminata la scena e venuti giù dal treno, “volevano menare tutta la produzione”.
La supercazzola
Nel 2015 è tornato di moda il termine “supercazzola”, utilizzato per indicare un concetto senza senso. L’inventore fu il conte Mascetti, interpretato da Ugo Tognazzi. Fu allora che sentimmo per la prima volta il termine. L’invenzione della parola è di Corrado Lojacono, ma fu Tognazzi a pronunciarla per la prima volta proprio in Amici miei. “Senti, Necchi, non ti devi permettere di intervenire quando io faccio la supercazzola!”, esclamava il conte Lello Mascetti in riferimento a Guido Necchi, interpretato da Duilio Del Prete, reo di avergli rovinato una burla con la sua intromissione.