Siamo a Napoli nel 1988, il film è 32 dicembre: è la vigilia di Capodanno e Alfonso Caputo (Enzo Cannavale) è in giro per i vari quartieri con l’obiettivo di acquistare dei botti da far sparare ai propri figli. Alfonso viene da una famiglia benestante ma nel corso degli anni non ha saputo gestire l’enorme patrimonio lasciato dai suoi genitori. Senza un lavoro e in età avanzata, oggi Alfonso ha delle enormi difficoltà nel mettere a disposizione i propri figli le risorse necessarie per dargli da mangiare e soddisfare le più disparate esigenze.

Nonostante questo, sta cercando di trovare i soldi o comunque qualcuno che gli possa fare credito per acquistare i botti e consentire così anche ai figli divertirsi nella serata dell’ultimo dell’anno. Infatti, nel capoluogo partenopeo c’è la tradizione di sparare i fuochi d’artificio e tantissime altre tipologie di botti per salutare la fine del vecchio anno e l’arrivo di quello nuovo. Alfonso cerca di trovare ottenere un prestito dal proprio fratello (Tommaso Bianco) e credito press rivenditori di fuochi presenti a Napoli ma sarà più complicato di quanto potesse pensare.

“Ah, prima e murì ha pensato a me?”

Dopo un continuo girovagare Alfonso arriva davanti alla bancarella di Peppe O’ Criminale (Franco Javarone). Per Alfonso questo è il primo tentativo per avere credito. Si avvicina alla bancarella e rimane affascinato da un particolare prodotto costruito sulle sembianza di Maradona per simulare un gol del Pibe de Oro. Peppe O’ Criminale si avvicina ad Alfonso e gli chiede di cosa abbia bisogno, e lui risponde parlando di una decina di botti abbastanza semplici che fanno il classico fischio. Il commerciante risponde dicendo “500 lire e il fischio è garantito”.

Alfonso non soddisfatto del costo rilancia “e una multipla a 10 botte?” e così fa capire la sua situazione a Peppe: “Giuvino’, voi dovete comprare o mi dovete fare un’intervista?.. Ho capito voi avete problemi economici” con Alfonso che annuendo ci tiene a sottolineare “momentanei”. Peppe volendo risolvere la questione dice “Allora permettetemi un consiglio, oggi a Napoli sotto le 200 mila lire non siete nessuno, non vi conviene nemmeno cominciare a sparare, rischiate di fare una brutta figura nel quartiere… invece con 50 mila lire vi comprate una botta unica.. (la prende) eccola qua, modello Hiroshima, praticamente ‘na bomba atomica e state sicuro che domani nel quartiere si parlerà solo di voi. A proposito voi come vi chiamate? (lui risponde Alfonso) Ecco domani nel quartiere si dirà: eh vist Alfonso, ha sparato na botta che è na cannonata.

Lo sketch di Enzo Cannavale in “32 dicembre”, del 1982

Questa non è una botta normale, è una botta che si sente da capo Posillipo a Poggioreale. A me per questo mi chiamano o’ criminale”. Alfonso è convinto da quella soluzione ma c’è un problema a monte “Veramente io avrei bisogno di un atto di fiducia” ma è immediata la risposta di Peppe “che io non vi posso fare ca si no me appiccico co’ papà”. Alfonso però sottolinea “ma papà non è morto?” e il commerciante “si, ma prima di morire mi disse: Peppì statt accorto a Alfonso” e ancora Alfonso “ah, prima e murì ha pensato a me?” con la controreplica di Peppe “si mi disse così, i fuochi e i crediti vanno tutti in fumo ragion per cui fatte pava’ in contanti”.

Questo sketch è tratto dall’episodio I penultimi fuochi del film 32 dicembre prodotto nel 1988 con la regia di Luciano De Crescenzo che ne scrisse anche il soggetto e la sceneggiatura in collaborazione con Lidia Ravera. Un film iconico che peraltro permise allo stesso Enzo Cannavale di vincere il Nastro d’argento come miglior attore non protagonista. Un pezzo di storia che andrebbe custodito e ricordato per i posteri.

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