L’attore era in ascesa e aveva un cospicuo contratto con le reti di Silvio Berlusconi: ma Massimo Boldi tradì la fiducia del presidente che non gliela perdonò
Boldi nel 1987 era in ascesa e aveva un contratto corposo in corso con le reti di Silvio Berlusconi che, di lì a poco, lo denunciò. Per quale motivo? È bene premettere che l’attore si era già fatto conoscere ed era diventato uno dei punti saldi della comicità del tempo, grazie anche ai successi dei film corali come “I pompieri”, del 1985, e “Yuppies – I giovani di successo”. Sempre nel 1987, Adriano Celentano venne ingaggiato dalla Rai per la conduzione di “Fantastico”, all’ottava edizione. Il programma era seguitissimo e si affiancò a Marisa Laurito, Maurizio Micheli e scelse proprio Massimo Boldi.
L’attore milanese decise di accasarsi alla Rai, affascinato dall’idea di lavorare con Celentano. Un desiderio che poi si trasformò in qualcos’altro in scena. Sicuramente c’era poca intesa e non aiutarono le dichiarazioni di “Cipollino” rilasciate in un’intervista ad un quotidiano, dal titolo: “Cipollino spara a zero”. Ed ancora: “Fantastico – secondo le dichiarazioni dell’attore (ndr) – ha bisogno di un altro presentatore”. La questione fu “risolta” in puntata a “Fantastico” con tanto di gag e calci nel sedere di Adriano nei confronti del collega.
La mancata intesa con Celentano, il pentimento reso ancora più amaro dalla brutta sorpresa del Cavaliere: “Mi hanno condannato a pagare 2 miliardi e 250 milioni e si sono presi due case”
Il passaggio in Rai non fu esaltante ma a rendere ancora più amara la scelta di Boldi ci pensò proprio Silvio Berlusconi in persona, risentito del “tradimento”: Massimo aveva rescisso il contratto con la sua tv commerciale per andare dal “nemico”. L’attore ne ha parlato a più riprese, lo fece in occasione di un’ospitata al Maurizio Costanzo Show: “Il 28 dicembre, quasi l’ultima puntata, mi sono visto sequestrare le poche cose che mi ero comprato: una casa a Milano, un’altra casa al lago, a Ruino, e qualche lira”.
Come mai è accaduto tutto ciò? Lo spiegò lui stesso: “Perché giustamente il contratto prevedeva questa penale. La causa è andata avanti, quattro rinvii e la sentenza, arrivata il 26 gennaio. Mi hanno condannato a pagare 2 miliardi e 250 milioni, più gli interessi, più le spese legali”.
Costanzo chiese all’attore se Berlusconi gli avesse mai parlato, ma il presidente dell’allora Fininvest sparì completamente. L’attore perse tanti soldi, tante proprietà ed era ad un passo dal baratro.
Quella chiamata improvvisa: il lieto fine
Boldi sembrava spacciato: era ai margini, non veniva più considerato e aveva perso praticamente tutto. Quando non sembravano esserci più sbocchi per la sua carriera, d’improvviso, arrivò una chiamata dal presidente in carne e ossa. “Allora? Come va?”. Risposta: “Ho preso una bella bastonata”. Berlusconi chiese: “Tua moglie?”. E Boldi: “Non è scappata, è dispiaciuta ma non sappiamo come fare”. Berlusconi, ancora: “Guarda, hai la mia parola: non mi devi niente. Solo che devi tornare a lavorare con noi. E io son tornato”. Ancora oggi Boldi e Berlusconi sono cari amici, anche se Cipollino non ha mai avuto timore a confessare che le battute del presidente non lo fanno ridere.