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Don Camillo e il racconto dell’Italia dei piccoli Comuni: uno spaccato attualissimo del Paese

Don Camillo e il racconto dell'Italia dei piccoli Comuni uno spaccato attualissimo del Paese

Don Camillo e il racconto dell'Italia dei piccoli Comuni uno spaccato attualissimo del Paese

Nato dalla penna dello scrittore e fumettista italiano Giovanni Guareschi, Don Camillo è certamente uno dei personaggi più amati e conosciuti del cinema italiano del Novecento. Le pellicole in cui puntualmente veniva proposta la contrapposizione tra il potere ecclesiastico e quello politico rappresentato da Peppone, hanno saputo appassionare e divertire milioni di Italiani.

La prima pellicola è stata prodotta nel 1952 con la regia del cineasta francese Julien Duvivier e le musiche della colonna sonora composte da Alessandro Cicognini. Nel cast figurano personaggi iconici come Fernandel, Gino Cervi, Saro Urzì, Franco Interlenghi, Sylvie e Vera Talchi. Una vera e propria rappresentazione realistica di quello che avveniva nei piccoli centri e di media grandezza del territorio nazionale come nel caso di Brescello. Una cittadina che attualmente conta circa 5.500 abitanti ubicata nella provincia di Reggio Emilia in Emilia Romagna.

Il racconto di un’Italia ancora attuale nei piccoli borghi


Il primo capitolo della saga cinematografica di Don Camillo con titolo omonimo, esce nelle sale cinematografiche nel 1952 e racconta dei fatti che accadono a Brescello a partire dal giugno 1946. È un periodo particolare per tutto lo Stivale in quanto sono i primi anni nel secondo dopoguerra con un paese che stava letteralmente passando dal Regno d’Italia alla Repubblica Italiana. Don Camillo è il parroco ma nonostante questo suo incarico prettamente spirituale non riesce a domare il suo carattere impulsivo e esuberante che lo rendono protagonista di tante vicende della vita politica e non solo.

Don Camillo ha il dono di parlare con Gesù e nelle tante chiacchierate non nasconde la sua delusione per la vittoria nelle elezioni amministrative del piccolo comune da parte di Giuseppe Bottazzi, conosciuto da tutti come Peppone, peraltro il capo della sezione locale del Partito Comunista Italiano. In quel periodo c’era una netta contrapposizione tra la chiesa e gli esponenti del Partito Comunista che molto spesso sfociava anche in contrapposizione di natura politica con la Democrazia Cristiana che di fatto rappresentava quella parte più religiosa del Popolo.

Don Camillo, successo internazionale


Le vicende che vengono raccontate in questo film e negli altri che lo seguono possono tranquillamente accadere nella vita quotidiana di qualsiasi piccolo borgo italiano che si trovi al nord piuttosto che al sud. Chi vive in queste piccole comunità sa benissimo quanto siano appassionate le campagne elettorali con battaglie straordinarie per riuscire a vincere le elezioni amministrative. Le campagne elettorale sono inoltre caratterizzate da scherzi, tentativi di sabotaggio e tante altre situazioni che indubbiamente appassionano e fanno sorridere.

Del resto, tutti gli altri racconti che caratterizzano questi film si possono tranquillamente ritrovare nella quotidianità dei piccoli centri. Tra l’altro, proprio per la capacità di saper raccontare in maniera fedele l’Italia dei piccoli comuni queste pellicole hanno avuto un successo clamoroso come del resto dimostra la distribuzione avvenuta praticamente in tutto il mondo e in particolare in Francia, nell’allora Germania dell’Ovest, in Giappone, Austria, Stati Uniti, Regno Unito, Portogallo, Argentina, Brasile, Spagna, Polonia, Repubblica Ceca, Svezia, Belgio, Austria e tanti altri paesi del mondo. Un qualcosa che oggi difficilmente avviene per un film così marcatamente italiano.

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