Tanti auguri a Giorgio Vignali che oggi compie 68 anni. Attore prima e sceneggiatore, produttore e regista poi, Vignali si raccontava alla reunion di ‘Sapore di mare‘ dello scorso anno. “Il film era divertente, era bello e e tutti ci dicevano che si capiva che stavamo bene. Credo che sia uno degli ingredienti importantissimi del film a parte la sceneggiatura di Enrico Vanzina. Oggi faccio lo sceneggiatore e cerco di ispirarmi a maestri come lui, prima o poi ci arriverò, non sono a quei livelli. Ci fece un complimento immenso e la realtà la scoprii a Los Angeles dieci anni dopo: ‘Sapore di mare’ venne studiato all’università del cinema come quei film che segnano il passaggio da un’epoca all’altra“.

Uno degli aneddoti più carini riguarda il momento quando venni scelto per il film. Io avevo girato ‘Grand Hotel Excelsior’ dove avevo conosciuto l’aiuto regista Bruno Cortini, che lo fu anche per ‘Sapore di mare’ e il sequel. E prima ancora avevo girato ‘Bomber’, diventando molto amico di Calà. Ci siamo finiti le riserve di un buon vino toscano, la sera giravamo i ristoranti solo per bere questo vino“. L’attore si divertiva con l’amico e collega Jerry Calà e non nega un po’ di malinconia nel ricordare quei periodi di spensieratezza e gioventù. Il vino “era il ‘Sangiocondo’, un novello toscano”. “Abbiamo finito le riserve della Tirrenia e dintorni. Cantavamo in macchina con Jerry, ci piaceva ‘Billy Joel’ e cantavamo a squarciagola il pezzo ‘Honesty’. Mi chiamarono per il provino che non feci. Perché Carlo Vanzina fece una riunione con Jerry e Cortini e chiese chi prendere come attore romano per il personaggio di Maurizio. Calà disse: ‘Io ho un amico che si chiama Giorgio’. E Cortini disse: ‘Io conosco Vignali’. Ah, era Giorgio Vignali, lo stesso. Io. Tant’è che andai direttamente ad andare a fare la prova costumi a Roma“.

Giorgio Vignali: la carriera

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Semplicemente così. Semplicemente Giorgio Vignali. Spontaneo, romano doc, simpatico. Debuttò nel mondo dello spettacolo nel 1978 con “Cercasi“, una commedia. Nel 1980 prese parte a “The toilet” di LeRoi Jones, per la collaborazione di Andrea Pazienza. Gli anni Ottanta furono quelli delle luci della ribalta prima con “Bomber“, girato con Bud Spencer e Jerry Calà, poi con i film di Carlo Vanzina e Bruno Cortini per “Sapore di mare” e il suo sequel, prim’ancora con “Grand Hotel Excelsior“, di Castellano e Pipolo. Prese parte anche a telefilm come “Ferragosto O.K.” di Sergio Martino o “Professione Vacanze” di Vittorio De Sisti. Lo ricordiamo anche a “Casa Vianello” e nel 1985 ritirò il premio Oscar dei Giovani come migliore promessa del cinema per “Giochi d’estate“, ricevuto direttamente dal comune di Roma.

Nello stesso anno debuttò come autore del programma “L’Orecchiocchio“, condotto da Fabio Fazio. Collaborò con altri autori per scrivere molti spettacoli teatrali e sceneggiature per cinema e Tv. Per “Nonno Felice” ha scritto ben 100 episodi, ottenendo il Telegatto come miglior serie italiana. Il 1985 è lo stesso anno in cui creò “Stranamore“, altro programma premiato al Telegatto (2 vittorie), riconosciuto come il successo più importante della Tv. Nel 1999 creò “Matricole” e “Meteore“; altri due programmi di successo. Due anni dopo collaborò in “C’è posta per te” di Maria De Filippi, portando a casa un nuovo Telegatto.

Nei primi anni Duemila continuò a mettere la propria firma su altri grandi successi televisivi come “Finalmente soli“, “Il mammo” e “Don Luca“. Nel 2007 divenne il primo produttore mondiale ad aver creato un programma parallelo straniero a quello statunitense con “Saturday Night Live from Milano“. Nel 2012 chiuse con Mediaset per passare alla Rai. Dal 2015 cominciò a pensare a nuove serie Tv arrivando a crearne ben cinque. In generale in carriera ha scritto per quasi 600 spot televisivi distribuiti tra Rai e Mediaset.

Scrivere le battute è la cosa più difficile

Tempo fa, intervistato da Alessandro Ippolito, disse: “In Italia non abbiamo più autori di sketch perché abbiamo perso la formazione. Quando ho deciso di scrivere per il cinema e per la Tv, ho preso un treno da Roma e sono andato da Adolfo Sonego e gli ho detto: ‘Sono un attore giovane che ha voglia di scrivere’. E ogni volta mi diceva: ‘Bello, rifallo’. E gli chiesi come mai non mi dicesse semplicemente se andasse bene o male. Mi diceva: ‘Non te lo dirà nessuno mai. Io so dove sbagli ma se te lo dico tu esci di qui pensando che tutti ti diranno dove sbagli e dove no. Non lo farà nessuno, io neppure’“.

Prima il comico arrivava con anni di gavetta alle spalle. ‘I gatti di Vicolo Miracoli’ mi dissero che quando si sciolsero avevano 14 anni di carriera di passaggi televisivi alle spalle ma non se n’era accorto nessuno. Perché non facevano le cose per bene. Scrivere le battute è la cosa più difficile“. “Parlando con battutisti veri, anche americani, dicono che un buon autore può scrivere 4-5 battute a settimana, non di più“.