Aldo, Giovanni e Giacomo è un trio comico che ha segnato un punto chiave importante nel panorama del cinema italiano, in particolar modo per la commedia, ma non solo. Tre uomini e una gamba è stato un film salvagente importante per l’Italia. La pellicola ha rilanciato il cinema degli anni Novanta e dei primi anni Duemila. Il grande schermo infatti veniva da un periodo di crisi (al botteghino) e di buio (sui contenuti).
Con i loro film, soprattutto i primi tre, hanno trasmesso agli appassionati quello che una commedia da tempo non riusciva più a fare, ovvero entrare nel linguaggio quotidiano. Memorizzare ogni battuta a memoria, citare continuamente le frasi storiche del film associandole a comuni dinamiche di vita quotidiana, i meme diffusi giornalmente in rete. Insomma: i tre sono nel cult della commedia e sono riusciti a entrarvici di diritto laddove nessuno o pochissimi altri nell’ultimo ventennio in Italia ce l’hanno fatta.
I tre sono anche sceneggiatori e registi teatrali, televisivi e cinematografici. Cataldo Baglio, Giovanni Storti e Giacomino Poretti sono i nomi completi del trio. Esploso negli anni Novanta, il trio comico viene presto riconosciuto tra i più popolari e apprezzati della categoria. Ripercorriamo la loro storia, dagli inizi fino ad oggi, anche se qualcuno potrebbe dire “non ce la faccio. Troppi ricordi“.

Il primo film è una scommessa: Tre uomini e una gamba, le curiosità e le frasi rimaste nella storia
I meme di Aldo, Giovanni e Giacomo sono ormai una realtà quotidiana sul web. Il primo film dei tre è stracolmo di frasi rimaste nell’immaginario collettivo, utilizzate per le più disparate situazioni. “Non posso né scendere e né salire“, durante la salita/discesa di Aldo dalla roccia seguendo le “articolate” indicazioni dell’amico Giovanni. “Non ce la faccio, troppi ricordi“, durante la scena del viaggio con protagonisti Giacomo e Giovanni mentre Aldo è dietro a dormire. “E Giacomino si sposa“, oppure “sì, ma niente di serio“. E potremmo continuare per ore, senza considerare tutte le altre pellicole, specialmente le più note.
Ma soffermiamoci sul film del 1997, diretto da loro stessi e Massimo Venier. I tre non erano affatto convinti che sarebbe stato un successo, anzi. Le premesse erano oltretutto “spaventose“: il film, per decisione di Paolo Guerra, sarebbe uscito il 24 dicembre del 1997, in concomitanza con il cinepanettone dell’anno. All’epoca la coppia Boldi – De Sica era al massimo e riempiva le sale.
Paolo Guerra è una figura decisiva perché consiglia al trio di rifiutare un compenso per le riprese (400 milioni di lire), accettando tuttavia di avere un guadagno a percentuale sugli incassi. Sappiamo tutti come è andata a finire. Le visioni di Guerra sono state provvidenziali. Il film incassa complessivamente 44 miliardi di lire, superando di 22 volte le spese necessarie per la sua realizzazione.
All’inizio è stato distribuito solo in 43 copie. Il forte passaparola ha comportato un notevole aumento della distribuzione e la pellicola è stata poi sbalzata da un cinema all’altro con grandissimo successo.
Le citazioni e gli omaggi presenti in Tre uomini e una gamba ad altre pellicole o a libri
- Il film è ricco di citazioni. A cominciare dal titolo della pellicola che è frutto dell’ispirazione al romanzo umoristico di Jerome K. Jerome intitolato “Tre uomini in barca”. Anche la storia ha punti in comune: il viaggio, le gag e il cane Ringhio ricorda Montmorency, il cane presente nella narrazione del libro uscito nel 1889.
- Il film che Aldo, Giovanni, Giacomo e Chiara (interpretata da Marina Massironi) vedono al cinema è intitolato “Biglietto amaro“, una parodia del cinema neorealista di De Sica e Rossellini. Il film è attribuito al fittizio regista neorealista, Remo Garpelli.
- Ci sono alcuni errori nel film ad esempio i cartelli autostradali sono di colore blu quando invece sarebbero dovuti essere verdi. Anche nella scena del malore di Giacomo c’è un errore: l’attore lamenta dolore al fianco destro, tuttavia una volta giunto in ospedale lo stesso si sposta al fianco sinistro.
- Abbiamo già parlato della partita sulla sabbia, tratta dal film di Salvatores. L’esito della partita però in questo caso è perdente così come la scultura in palio, la gamba del fantomatico scultore Michel Garpez. I quattro, Chiara inclusa, provano a recuperare la gamba improvvisando una rapina. Per il “colpo” indossano delle maschere che raffigurano le facce di quattro politici: Sandro Pertini, Francesco Cossiga, Nilde Iotti e Oscar Luigi Scalfaro. La scena è un omaggio al film Point Break nel quale anche in quel caso i protagonisti indossano maschere di ex presidenti degli USA (Carter, Reagan, Johnson e Nixon).
- Il film inizia con i tre che interpretano altri ruoli al di fuori del contesto in cui si sviluppa la pellicola. Anche qui c’è un chiaro omaggio. In questo caso la citazione è a una sitcom statunitense, I Jefferson. Al, interpretato da Aldo, chiede “Perché dovevamo ammazzare qualcuno? Non dovevamo far saltare in aria la tintoria dei Jefferson?“. Nella serie USA George Jefferson è titolare di una catena di tintorie.

Le autocitazioni
Ci sono anche “autocitazioni” sugli sketch che hanno avuto successo in passato e che i tre attori hanno rivisitato. Un esempio lampante è la scena di Ajeje Brazov sul tram. Tuttavia impossibile non menzionare quella del Conte Dracula (la cadrega) e quella già citata della salita/discesa in montagna con protagonisti Aldo e Giovanni.
Il film nello sketch iniziale ci introduce i personaggi di Al, John e Jack che rivedremo nel quarto film del trio, “La leggenda di Al, John e Jack“. Nello stesso prologo Giovanni esclama: “Così è la vita!“, introducendo quello che sarebbe stato il secondo film di Aldo, Giovanni e Giacomo.
Le location
Il viaggio che vediamo nel film parte da Milano e culmina a Gallipoli. Tuttavia nella realtà la maggior parte delle scene sono state girate al quartiere EUR di Roma. Nel capoluogo lombardo è stata girata solo la scena del passaggio dei tre con la macchina sull’Alzaia del Naviglio Grande.
Il ristorante dove Chiara racconta il mito di Platone e della mela al trio comico, è situato in provincia di Roma, nella frazione di Cerveteri, ed è la trattoria La Rocca di Ceri.
La scena in cui tutti e quattro i protagonisti fanno il bagno nel lago è stata girata vicino a Viterbo, precisamente nel Parco di Vulci.
Altre curiosità
Un curioso aneddoto riguarda Marina Massironi, l’ex moglie di Giacomo. In Tre uomini e una gamba si innamora di Giacomo, in Così è la vita di Aldo mentre in Chiedimi se sono felice di Giovanni.
Sebbene Aldo sfoggi sempre il suo accento siciliano, dovete sapere che si tratta solo di una trovata artistica. Infatti l’attore essendo sempre vissuto a Milano parla molto bene il dialetto milanese.
La famosa scena dell’ospedale in “Tre uomini e una gamba“, con Giacomo steso sul letto dolorante e Aldo che innervosisce il dottore. L’ispirazione è tratta da una vicenda accaduta nella realtà allo stesso Giacomo e a Maurizio Castiglioni.