Nel 1979 nei cinema italiani uscì un film che segnò un grandioso risultato d’incassi nella stagione cinematografica in questione, 1979-80: “Io sto con gli ippopotami“, con il mitico duo comico Bud Spencer e Terence Hill, per la regia di Italo Zingarelli.

Gli incassi

Io sto con gli ippopotami” segna l’undicesima collaborazione della coppia Bud e Terence. Il film incassò ben 7 miliardi di lire, una cifra stratosferica considerati i tempi.

La location

L’intero film venne girato in Sudafrica e la maggior parte delle riprese avvennero nella città di Johannesburg. Le scene che coinvolgevano gli animali vennero realizzate vicino Pretoria.

Io sto con gli ippopotami: il brano “Grau grau grau” tema principale della colonna sonora

Il brano principale della colonna sonora, “Grau grau grau“, che durante il film appare sia in versione strumentale che vocale, è cantato da Bud Spencer, che lo scrisse insieme al compositore Walter Rizzati. Si tratta di una canzone dal messaggio ecologista, senza dubbio avanti con i tempi.

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Un brano simpatico che diventa un tormentone dopo averlo ascoltato una sola volta. Il compositore rivelò in seguito che inizialmente si sarebbe dovuto sentire un triplo “ta pum!” al posto del verso del leone. Tuttavia, Bud, dopo aver ascoltato il brano e aver ritenuto sembrasse più una canzone militare, scelse di modificare con il celebre “grau grau grau“.

Nella scena in cui Bud canta insieme ai bambini c’era anche Walter Rizzati “sdraiato a terra nel camion per dare gli attacchi”, il tutto “mentre la musica suonava in sottofondo e la camera-car riprendeva”.

L’armonica

Non è Terence Hill a suonare l’armonica a bocca, bensì Franco De Gemini nella canzone “Freedom“. Il musicista ha suonato l’armonica in oltre ottocento colonne sonore. Il Coro è dei Cantori Moderni, diretto da Alessandro Alessandroni.

Io sto con gli ippopotami (1979): il pranzo e la bevanda di Terence

Terence Hill è noto per le sue celebri mangiate sul set, prima fra tutte la pentolata di fagioli di “Lo chiamavano Trinità…“. Per “Io sto con gli ippopotami“, Mario Girotti mangiò una vera aragosta nella scena del pranzo con Ormond. Provarono a girare la scena con una aragosta finta, ma non soddisfaceva l’attore che così decise di mangiarla realmente.

L’attore poi disse che fece “dei grossi bocconi” e che la camera “si fermava” per permettergli di “sputare“, come è tipico per le scene in cui gli attori mangiano o bevono. “Mangiavo un boccone e poi sputavo!“, rivelò Girotti. Tuttavia, Terence ha realmente bevuto la bevanda da lui stesso preparata con burro, caviale del Volga, sale, pepe e champagne. La scena del pranzo dal signor Ormond è lunghissima: l’abbuffata dura ben 7 minuti e mezzo.

La scena girata da Terence Hill nella gabbia dei leoni

Il temerario Terence Hill non accettò la controfigura per la scena nella gabbia dei leoni. Sebbene avesse ricevuto le giuste istruzioni da un addestratore, rischiò seriamente di ritrovarsi a tu per tu con gli animali selvatici. “Se fossi caduto mi avrebbero attaccato“, dichiarò. “Così camminai molto lentamente“. Ammise di essersi reso conto “soltanto dopo di quanto in realtà la scena fosse pericolosa!“.

Io sto con gli ippopotami: la scena finale in cui Bud fece svenire Joe Bugner

Bud Spencer colpì realmente l’ex pugile Joe Bugner, che nel film interpreta il cattivo Mr. Jack “Hammer” Ormond. Chiaramente il gancio del grande Bud fu involontario e non sarebbe dovuto andare a segno come ogni scena delle scazzottate tipiche dei film di Bud Spencer e Terence Hill, che venivano rese realistiche grazie al tipico gioco di inquadrature Tuttavia sul set finì per far svenire l’ex pugile Bugner.

Joe Bugner recitò già con Bud Spencer in “Lo chiamavano Bulldozer“, di un anno prima: segnò l’esordio cinematografico per lui. Replicò nello stesso anno di “Io sto con gli ippopotami” per il film di “Uno sceriffo extraterrestre…poco extra e molto terrestre“.

Le mani di Binarelli come controfigura di Terence

Tony Binarelli nel film interpreta l’uomo con il turbante che fa il gioco delle tre carte. Binarelli è anche la controfigura di Terence Hill nella scena del casinò dove vengono inquadrate solo le mani e fu controfigura di Terence anche in “…continuavano a chiamarlo Trinità” del 1971.

Altre curiosità:

  • Nonostante il titolo, gli ippopotami in realtà appaiono solo brevemente a inizio film.
  • I lavoratori che trasportano gli animali alla fine del film cantano il tradizionale brano sudafricano: “Shosholoza
  • I 7 miliardi incassati al botteghino fecero piazzare la pellicola all’ottavo posto nella classifica dei guadagni della stagione cinematografica 1979-1980.
  • Il film fu distribuito con titoli di ogni tipo. A livello internazionale è riconosciuto come “I’m for the Hippopotamus“. In Colombia la pellicola è conosciuta con il nome “Dos superlocos en apuros“, mentre in Francia con “Cul et chemise“. In Olanda De vier vuisten op Safari“, che tradotto significa “Quattro pugni al Safari“. In Portogallo è “Pela Medida Grande!“, mentre in Germania è “Das Krokodil und sein Nilpferd“, tradotto vuol dire “Il coccodrillo e il suo ippopotamo“.

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