Antonio De Curtis pseudonimo di Antonio Griffo Focas Flavio Angelo Ducas Comneno Porfirogenito Gagliardi De Curtis di Bisanzio, ma in arte Totò, è stato un attore, un commediografo, un paroliere, un poeta, un filantropo e sceneggiatore italiano. Da sempre è l’attore più popolare a livello internazionale, poiché rappresenta ancora oggi, il simbolo dello spettacolo comico italiano ed è soprannominato il principe della risata; inoltre, è considerato la maschera della commedia dell’arte accostato a grandi personalità come Charlie Chaplin, i fratelli Marx, Ettore Petrolini e Buster Keaton. Totò, inoltre, è considerato uno dei maggiori interpreti del teatro e del cinema, collezionando 50 titoli al teatro, 97 al cinema, 9 telefilm e sketch pubblicitari. Il principe della risata ha lavorato con altri grandi attori dell’epoca: Aldo Fabrizi, Peppino De Filippo, Anna Magnani, Titina De Filippo, Nino Taranto, Luigi Pavese, Aroldo Tieri, Pietro De Vico, Carlo Croccolo, Anna Campori, Ugo D’Alessio, Angela Luce, Enzo Turco, Macario, Enzo Cannavale. Altrettanti sono i film celebri nei quali ha preso parte ed hanno ottenuto i record d’incasso: Totò, Peppino e…la malafemmina, Miseria e nobiltà, Guardie e ladri, Signori si nasce, La banda degli onesti, Totò, Peppino e i fuorilegge, L’oro di Napoli, I tartassati, I soliti ignoti, Totòtruffa 62, Siamo uomini o caporali, Totò lascia o raddoppia? e tanti altri.

Totò e Peppino

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Tutte le curiosità inedite su Totò

  • Anna Clemente, la madre di Totò, lo registrò all’anagrafe come Antonio Clemente. Solamente nel 1928 Giuseppe de Curtis riconoscerà Antonio come suo figlio naturale. Nato alle ore 7:30 del 15 febbraio 1898 al secondo piano del numero civico 109 in via Santa Maria Antesaecula al Rione Sanità.
  • Nel 1946, il tribunale di Napoli riconosce a Totò il diritto di esibire alcuni titoli assegnati: Sua Altezza Imperiale Antonio Porfirogenito della stirpe Costantiniana dei Focas Angelo Flavio Ducas Comneno di Bisanzio, Principe di Cilicia, di Macedonia, di Dardania, di Tessaglia, del Ponto, di Moldava, di Illiria, del Peloponneso, duca di Cipro e di Epiro, conte e duca di Drivasto e Durazzo.
  • In tenera età fino all’adolescenza, si divertiva a travestirsi da prete. Addirittura, in casa, costruì un altarino con le candele.
  • Lo avevano soprannominato ‘o spione. Se era incuriosito da qualcuno arrivava anche a pedinarlo! Inoltre conosceva i guai di tutto il suo quartiere!
  • Totò aveva il setto nasale deviato a causa di un pugno ricevuto durante una partita di box.
  • Prima di vestirsi per il suo debutto a Roma, spiò tutta la sala del Teatro Jovinelli e da lì diventò una consuetudine.
  • Totò battezzò la figlia nel 1934 con il nome di Liliana in onore di Liliana Castagnola. Amore del passato, morta suicida nel 1930.
  • Totò era molto pigro. Dormiva tanto e la sua giornata iniziava alle 17.
  • Ebbe molto rispetto per il teatro. Tanto da togliersi il cappello ogni volta che attraversava il palcoscenico.
  • Proprietario di un loculo nel Verano. Si rifugiava lì dopo ogni spettacolo per opporsi al potere.
  • Odiava il termine Caporale. Per lui era un terribile insulto.
  • Ha preso parte a ben 97 pellicole tra il 1937 e il 1967. Visti da 270 milioni di persone. Un record assoluto per il panorama cinematografico italiano.
  • Era il Re dell’improvvisazione. Provava le sue battute due giorni prima di andare in scena modificandole anche all’ultimo momento.
  • Totò negli anni ’40 ebbe un problema alla vista. Durante lo spettacolo di Napoleone diventò cieco. Grazie alle cure fatte negli anni migliorò.
  • A causa del problema alla vista, Totò ha portato sempre degli occhiali.
  • La figlia Liliana ha raccontato che nel suo quartiere è stato organizzato un secondo funerale.
  • In un’intervista rilasciata a Luigi Silori, Totò ha dichiarato: “Vorrei fare una premessa: prima di tutto sono contentissimo. Felice. Raggiante che il dottor Alberto Bevilacqua che noi sappiamo che scrittore è, che uomo intelligente è, mi abbia notato! Sarà un’idea mia, io non mi credo nessuno”.
  • “Io dovevo fare l’ufficiale di marina. La disciplina a me non andava perché io sono indisciplinato! E sono scappato di casa e amoreggiavo con una ballerina, una canzonettista dell’epoca. E andai a teatro. Ho incominciato con la commedia dell’arte. A soggetto si recitava. A Napoli”.
  • “Poi sono passato ad un’altra compagnia. C’era il Felice sciosciammocca che disse al capocomico: “O va via lui o vado via io!” perché io facevo delle mosse, delle cose che poi i ripeteva e questo si seccava.! Sono andato via io”.
  • “Il cinema è iniziato nel 1937. Io sono un veterano. Ho cominciato con Fermo con le mani e poi è andata avanti così. Alternavo cinema e teatro. Poi ho lasciato il teatro definitivamente e sono passato al cinema. Ho ancora nostalgia del teatro. Non vado a teatro per non soffrire”.
  • “Il pubblico è una droga. Io mi ricordo in un finale al tempo di guerra al Brancaccio, il pubblico rideva tanto, applaudiva tanto che io mi strappai tutti i vestiti da dosso e mi fermai alle mutande, per fortuna!”
  • “Io la ringrazio innanzitutto di paragonarmi a quel grande Maestro di Charlot. Sappiamo tutti chi è Charlot. Si effettivamente non era una cosa astratta. Veniva sempre dalla vita. Viene sempre dalla satira, dalla caricatura. Dalla vita di tutti i giorni.
  • La sua compagna era Franca Faldini, divenuta giornalista e scrittrice dopo la morte di Totò. Infatti nel 1977 ha pubblicato il libro L’uomo e la maschera insieme a Goffredo Fofi.